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Bubù

Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Bubù

di ethan
6 stelle

Nella Milano ai primi del Novecento, Bubù (Antonio Falsi, attore mediocre), operaio, decide di smettere di lavorare e 'consiglia' alla sua ragazza, Berta (Ottavia Piccolo), che lavora in una filanda, di lasciare tale occupazione e di fare la vita, così manterrà entrambi: la donna accetta senza batter ciglio, ma poi la faccenda si complica quando entra in gioco da una parte lo studente Piero (Massimo Ranieri fin troppo misurato) e dall'altra il ladruncolo Giulio (Gigi Proietti, in un'indovinata caratterizzazione di un personaggio losco e meschino), fino al tragico finale.

Con 'Bubù', Mauro Bolognini - con Giovanni Testori e Mario Di Nardo, che con lui scrivono la sceneggiatura - trasporta la vicenda del romanzo di Charles-Louis Philippe 'Bubu de Montparnasse' da Parigi a Milano e, se da un lato, fa centro nella ricostruzione d'ambiente, grazie al magnifico lavoro del costumista e scenografo Piero Tosi (aiutato da Gabriella Pescucci), alle immagini raffinate del direttore della fotografia Ennio Guarnieri, che restituisce una metropoli agli albori del secolo scorso, immersa nella foschia e nella nebbia mattutine, e alla cura maniacale di ogni singola inquadratura, dalla consistenza pittorica, dall'altro, crea un film non del tutto appagante sotto altri punti di vista, vale a dire nella delineazione di alcuni personaggi, non ben a fuoco, e nello sviluppo della storia.

Infatti, dei quattro caratteri principali - Bubù, Berta, Piero e Giulio - solo quello della protagonista e di Giulio sono ben strutturati: mentre il Bubù del titolo sconta tanto la pochezza dell'interprete quanto la sua riduzione, più che a un tipico 'pappone', a un individuo che fa quel 'mestiere' semplicemente perché non ha voglia di fare altro e la sua valenza 'classista', di personaggio che incarna la lotta dei poveri nei confronti dei ceti più abbienti appare quanto mai campata per aria, lo studente Piero, impersonato quasi in maniera timorosa da Massimo Ranieri, nemmeno lui convince più di tanto nel suo tentativo di redenzione di Berta, abbandonato a seguito delle minacce di Bubù e Giulio.

Detto di Giulio, reso memorabile dalla brillante prova di Gigi Proietti, a scapito delle poche scene in cui compare, resta da parlare di Berta, altro bel ritratto femminile a tutto tondo nella filmografia del cineasta pistoiese: grande interpretazione di una giovanissima e molto sensuale Ottavia Piccolo, in un ruolo, scomodo, nel quale l'attrice concede tutta se stessa e riesce a rendere vibrante, specialmente nella parte in cui malata, fatica a reggersi in piedi ma insiste nel continuare un'esistenza votata all'autodistruzione; l'unico neo di tale personaggio si ha nella parte iniziale, quando la sua 'conversione' nel mestiere più vecchio del mondo avviene in modo a dir poco brusco.

Come per altri lavori di Bolognini, meglio la forma, che prevale, dei contenuti.

Voto: 6.

 

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