Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Massimo Ranieri sostiene che l’adattamento del romanzo di Charles Philippe fosse il vero obiettivo di Mauro Bolognini, il regista che ebbe l’ardire di metterlo davanti alla macchina da presa nei panni del Metello di Vasco Pratolini. Questo non lo sappiamo, ma non ci dovrebbe sorprendere che un regista squisitamente letterario come Bolognini desiderasse trasporre sul grande schermo un romanzo del genere. Richiama Ranieri, ma in un ruolo da non protagonista nonostante il nome sia sparato prima del titolo assieme a quello di Ottavia Piccolo, effettiva protagonista e già in coppia con il cantattore nel precedente adattamento di Pratolini.
Bubù, cioè colui che dà il nome al romanzo, è quasi sullo sfondo ed è interpretato da un pressoché non professionista, Antonio Falsi. L’azione, per motivi economici, è spostata dalla Francia a Torino, ma la sostanza non cambia. Il film è lento, calligrafico, accademico. Non appassiona mai, se ne apprezza la messinscena perfetta e senz’anima, non di rado annoia nonostante si avverta l’alto artigianato del regista. Della storia, amarissima, si percepisce solo confusamente lo strazio evidente, e per un mélo, per quanto raggelato, non è esattamente la migliore delle cose. La Piccolo è sublime, meglio del film stesso; Ranieri ci crede poco e non è molto interessato; Gigi Proietti fa il cattivo ed è bravissimo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta