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Le notti di Salem

Regia di Tobe Hooper vedi scheda film

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La recensione su Le notti di Salem

di maurizio73
4 stelle

Quando lo scrittore, esperto di parapsicologia, Ben Mears torna nel paesino della provincia americana dove era cresciuto per incontrare l'anziano mentore, viene coinvolto nelle misteriose sparizioni di alcuni concittadini che avevano avuto in qualche modo a che fare con un ambiguo antiquario del luogo. Le sue indagini lo porteranno a scoprire il terribile segreto che riguarda l'uomo e quello della vecchia villa isolata che lo ospita.

 

 

Edizione condensata per il mercato europeo di una miniserie targata Warner Bros. Television della durata originale di 184 minuti tratta da un best seller di Stephen King e adattato da Paul Monash, questo mistery-horror di Tob Hooper è una storia strampalata di vampiri e parapsicologia immobiliare (che riprenderà in 'Poltergheist') dalla trama sfilacciata e inconsistente ed un montaggio da film dell'orrore (nel senso peggiorativo del termine) che ne rivela la carenza di mezzi legata alla blanda matrice televisiva (la portiera della jeep che non ne vuole sapere di chiudersi, sic!) e la forzata compressione dell'edizione cinematografica. 

 

Le Notti di Salem (1979): Una scena del film

 

Poltergeist - Demoniache presenze (1982): Una scena del film

 

Forte di un cast di sicura presa tra cui un sinistro James Mason che fa da Mr. Renfield in attesa della cassa endotermica che condurrà il suo Signore nel villaggio delle streghe più famoso d'America (?) e l'aitante David Soul (biondo Hutch dell omonima coppia polizziottesca) infatuato della bella Bonnie Bedelia (maestrina figlia del dottore e...futura zia di Macaulay Culkin) annovera una sarabanda di caratteristi (da Elisha Cook Jr a George Dzundza, da Lew Ayres a Ed Flanders) ripescata nel fertile sottobosco delle produzioni televisive e del cinema di genere degli anni '70 e '80. 

 

 

Le notti di Salem (1979): Bonnie Bedelia e David Soul

 

Le notti di Salem (1979): Geoffry Lewis

 

 

Non ostante l'ambientazione più che convincente ed alcuni momenti di regia che ne rivelano l'indiscutibile talento artigianale, Tobe Hooper si sposta tra il Fright Night che verrà ed il gotico alla Hammer che era stato, rimestando nei luoghi conuni del genere attraverso quelli consolidati della narrativa di formazione cara a stephen King (con tanto di alter ego biondo, introverso e con la passione per il fantastico) ed un'iconografia vampiresca classicca che rimanda a Murnau e ad suo Nosferatu calvo e ferino. Da kurt Barlow a Boris Karloff è solo una questione di invertire l'ordine delle iniziali ed attendere l'inevitabile finale di un resa dei conti a colpi di crocefisso, paletti di frassino e ville isolate date alle fiamme. AAA...Conte Transilvano cerca casa nel Maine.

 

 

 

 

 

 

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