Uno dei primi film tratti da un libro di un autore incredibilmente prolifico e apprezzatissimo nel mondo del cinema, Stephen King, viene elaborato inizialmente come una serie TV, di cui si possono ancora osservare parecchie tracce. Rieditato per il cinema con una durata superiore alle 3 ore, bisogna ammettere che è un prodotto tutto sommato ben riuscito. Nonostante l’evidente peso degli anni su alcune caratterizzazioni (l’ingenua nascita di una relazione tra il protagonista e la bella maestra del paese, per esempio) la vicenda si evolve tutto sommato con un buon ritmo e delle sequenze discretamente inquietanti, sia come costruzione narrativa che come effetti speciali (vengono alla mente le apparizioni notturne dei bambini vampirizzati). Con un cast di spessore, in particolare con un inquietante e nerovestito James Mason, che, da quel grande attore che era, riesce benissimo a fondere l’eleganza del suo portamento ai tratti mefistofelici del personaggio. Ovviamente non ci si può aspettare una vicenda dai ritmi serrati e dalla tensione narrativa dei grandi film sia del regista che di altre produzioni dell’epoca, soprattutto con un impianto dedicato alla televisione le sequenze scabrose o sanguinolente sono chiaramente ridotte al minimo. C’è da dire invece che Hooper, che con Non aprite quella porta aveva di fatto anche avviato un approccio al mondo horror estremamente moderno, qui sembra più ricreare delle atmosfere legate al senso di inquietudine, e non di paura, tipiche delle produzioni anni ’50, ove le placide comunità rurali si trovavano a doversi difendere da un male esterno, fosse esso un alieno o un mostro. Oggi alcune sequenze fanno sorridere, come la realizzazione del vampiro che è un chiaro omaggio al Nosferatu di Murnau ma che appare più comico che inquietante. Restano invece delle belle ambientazioni gotiche tra case decrepite ed inquietanti. personalmente ho apprezzato ampiamente di più questo film che il più celebre, ma a mio avviso davvero deludente Quel motel vicino alla palude
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