Regia di Vincente Minnelli vedi scheda film
Ennesima dimostrazione della classe di Minnelli in uno dei titoli che meglio celebra Hollywood e la sua perversa, implacabile magia.
Il Bruto e la Bella è un film descrivibile in questa scena madre:
Durante una ripresa toccante con Lana Turner sul letto di morte dell'amato, l'inquadratura passa dalla scena alla troupe dietro le quinte e con un dolly sù sù fino a perdersi nella luce di un riflettore...
L'amore per il cinema, o meglio la capacità di emozionare della settima arte, o ancora l'alchimia magica dell'industria cinematografica americana. La finzione, l'effimero, l'empatia. Un film 'su' e 'di' Hollywood dove compaiono tutti i cliché della mecca del cinema, anche quelli cupi, ma alla fine la fascinazione trionfa. Quindi sì all'happy end e sì alla positività, perché l'importante è sognare e il sogno (non l'incubo) è il cuore del businness, in sintonia con la passione, l'arte, i dollari. Questi temi calamitano lo script (oscarizzato) contribuendo a consolidare lo Studio System, elogiandolo seppur evidenziando le sue (posssibili, inevitabili) derive. Infatti se i toni variano dal mélo alla commedia, la grande regia di Minnelli è 'scura', noir, agile nel muoversi nell'immaginario b/n di Robert Surtees (anche lui oscarizzato), turbando costantemente la luminosa atmosfera hollywoodiana. Che dire poi del cast: uno dei ruoli top di Lana Turner, l'immenso Douglas, la solita Grahame da sincope (oscarizzata e siamo a 3 dei 5 vinti in totale), i caratteristi di livello... Non sarà cattivissimo o acido come altri capolavori, ma ragazzi che bello vedere uno spettacolo del genere!
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