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Un chien andalou

Regia di Luis Buñuel, Salvador Dalì vedi scheda film

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La recensione su Un chien andalou

di tafo
10 stelle

Per cambiare il mondo bisogna prima cambiare se stessi. Bisogna prima di tutto riversare il proprio inconscio e farlo diventare un'opera d'arte, bisogna condividere i nostri sogni e liberarci dalle nostre costrizioni estetiche e morali. Quale forma d'arte meglio del cinema si poteva legare al surrealismo? il cinema fatto di dissolvenze, fotomontaggi, dove il tempo e lo spazio appaiono nella loro relatività. Il tempo può andare avanti e indietro molle e flessibile come nei quadri di Dalì. Lo spazio si può stratificare, sovraccaricare come un dipinto di Magritte, dove l'immagine perfetta cromaticamente viene caricata da elementi spiazzanti che costringono a superare l'interpretazione logica e sequenziale. Le mani producono formiche quando non sono mozzate, gli ambienti sono puliti e borghesi finchè non si scopre che un pianoforte può essere attaccato da figure vive e figure morte. Il (foto) montaggio, elemento di per sè alteratore della realtà al cinema  può chiudere la bocca con una ascella e l'erotismo può finalmente far cadere i veli della morale e della estetica ritornando ad essere istinto e desiderio di contatto. In questo film si vede come il surrealismo può sfruttare tutte le potenzialità del cinema per riuscire a rappresentarsi dando libero sfogo alla propria (in)coscienza.
Comunque questa non è una opinione.  

Su Luis Buñuel

il primo seme di irregolarità è gettato.

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