Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Ci troviamo in galleria fu realizzato, penso, per sfruttare il successo popolare di Nilla Pizzi, fresa vincitrice di Sanremo ed espressione per antonomasia del bel canto melodico tipico del dopoguerra. Il film è costruito attorno alle sue performance, tra pezzi da repertorio popolare e trionfi sanremesi. Nei ritagli di tempo c’è tempo per una storia esemplare sulle conseguenze del successo e dell’insuccesso.
Quando non si limita ad essere un’antologia musicale della Nilla nazionale (con il relativo interesse cinematografico che ciò implica), il film narra il tragicomico declino di un comico d’avanspettacolo che non riesce più a far ridere, non guadagna una lira e si porta dietro una carovana di artisti non proprio fenomenali. La galleria del titolo indica una zona frequentata dal sottobosco degli artisti d’avanspettacolo alla ricerca di una parte, anche per uno show di provincia.
Il film merita la visione per tre motivi. Il primo è la rappresentazione di questo mondo perduto, già raccontato da Vita da cani e Luci del varietà in una dimensione più autoriale. La regia dell’acerbo ma già elegante Mauro Bolognini amministra il traffico con ammirevole sobrietà e simpatica vacuità, nei colori particolarissimi del Ferraniacolor delle origini. Il secondo è la sincerità di fondo, espressa soprattutto da attori che evidentemente conoscono la faccenda dell’attesa della grande proposta.
Il terzo è naturalmente il teatrante Carlo Dapporto nel suo più bel ruolo sullo schermo prima del tardivo exploit de La famiglia. Dapporto disegna finemente il ruolo di un capocomico vanesio e disperato, tanto convinto del proprio talento quanto malinconicamente rassegnato e sul viale del tramonto. Testimonial dei primi esperimenti televisivi, non si esimerà dal condannare la prostituzione dell’artista al servizio di un prodotto da sponsorizzare.
Classico ruolo che vale una carriera, il Gardenia di Dapporto (che si presta anche ad una parodia del Monsieur Verdoux) regge sulle proprie spalle questo film senza infamia e senza lode il cui ritmo è scandito dalle esibizione della Nillona (doppiata da Lydia Simoneschi quando non canta). Appare per qualche minuto Alberto Sordi con la voce da compagnuccio della parrocchietta che furoreggiava in radio tra i quaranta e i cinquanta.
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