Ignazio Panizza calca le scene dell'avanspettacolo con il nome d'arte di "Gardenio". Forse per questo il successo non gli arride. In un paesino di montagna, dopo la solita disastrosa esibizione, ascolta una cantante dalla bellissima voce e la ingaggia. Ben presto ne diviene il marito. La donna passa di successo in successo mentre lui continua a restare nell'ombra. Una sera, la donna organizza una serata d'onore per il marito che, commosso, può assaporare per una volta il successo. Graziosa commedia che ricostruisce il mondo del varietà, con tutti i suoi tipici personaggi, le sue macchiette caratterizzanti e il suo gusto vagamente rétro.
L'esordio di Bolognini si muove sulla scia dei precedenti "Vita da cani" e "Luci del varietà", con minore intensità ma con un Ferraniacolor in più. Un film datato e convenzionale, che lascia troppo spazio alle esibizioni canore di N. Pizzi. L'occhio del regista coglie però con sensibilità il passaggio di consegne tra rivista e tv ormai alle porte.
L’esordio cinematografico di Bolognini si esercita su un soggetto quasi banale, peraltro già trattato, in diversi modi, da Lattuada e Fellini con Luci del varietà, da Steno e Monicelli con Vita da cani (entrambi del 1950) e, l’anno precedente, dal Chaplin di Luci della ribalta, cui qui si fa esplicitamente riferimento. Tuttavia, Bolognini sa mettere in… leggi tutto
Commediola di scarso impatto, costruita attorno a qualche canzone popolare di quegli anni (una su tutte, Grazie dei fior), con un ruolo da co-protagonista affidato - occasione più unica che rara - a Nilla Pizzi e Carlo Dapporto a reggere le fila di tutta la faccenda. Brevemente compare anche Alberto Sordi, particina anche per Mario Carotenuto. Considerando la vacuità della trama ed… leggi tutto
Amo il Teatro, che a modesti livelli ho anche fatto, e trovarlo a volte abbinato all'altro piacere del Cinema mi da una grande gioia.
Questa passione, senz'altro condivisa da molti, mi ha portato a scegliere una…
Ci troviamo in galleria fu realizzato, penso, per sfruttare il successo popolare di Nilla Pizzi, fresa vincitrice di Sanremo ed espressione per antonomasia del bel canto melodico tipico del dopoguerra. Il film è costruito attorno alle sue performance, tra pezzi da repertorio popolare e trionfi sanremesi. Nei ritagli di tempo c’è tempo per una storia esemplare sulle…
Per colpa della immensa passione che ho sempre avuto per la visione cinematografica la scelta del posto , quando possibile scegliere, è sempre stata per me di importanza basilare. A teatro invece non ho di…
L’esordio cinematografico di Bolognini si esercita su un soggetto quasi banale, peraltro già trattato, in diversi modi, da Lattuada e Fellini con Luci del varietà, da Steno e Monicelli con Vita da cani (entrambi del 1950) e, l’anno precedente, dal Chaplin di Luci della ribalta, cui qui si fa esplicitamente riferimento. Tuttavia, Bolognini sa mettere in…
Commediola di scarso impatto, costruita attorno a qualche canzone popolare di quegli anni (una su tutte, Grazie dei fior), con un ruolo da co-protagonista affidato - occasione più unica che rara - a Nilla Pizzi e Carlo Dapporto a reggere le fila di tutta la faccenda. Brevemente compare anche Alberto Sordi, particina anche per Mario Carotenuto. Considerando la vacuità della trama ed…
Soggetto non certo originale, visto e rivisto in cento salse, hanno contribuito alla sceneggiatura una squadra discreta di nomi come: Steno, Continenza, Fulci, Luigi Viganotti e lo stesso Bolognini, qui all'esordio come regista, dopo un discreto apprendistato di aiuto regista e sceneggiatore.
Qui si cavalca quasi il musicarello, prendendo al volo il successo popolare della diva Nilla…
Ugole e celluloide. Biopic di grandi interpreti, camei, comparsate, attori che rivelano doti insperate (ma anche qualche latrato...). I performer che sono stati cooptati dal cinema e quelli cui il cinema ha reso…
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L'esordio di Bolognini si muove sulla scia dei precedenti "Vita da cani" e "Luci del varietà", con minore intensità ma con un Ferraniacolor in più. Un film datato e convenzionale, che lascia troppo spazio alle esibizioni canore di N. Pizzi. L'occhio del regista coglie però con sensibilità il passaggio di consegne tra rivista e tv ormai alle porte.
commento di degoffro