Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
Cosa voglia dimostrare Lattuada con questo film non è poi così chiaro. C'è una forte intenzione di ridicolizzare l'ipocrisia dei costumi antiquati e retrogradi dei piccoli paesini siciliani; c'è anche l'accettazione del fascino che questi luoghi possono suscitare sui 'metropolitani' del nord. C'è una critica degna del Germi del Divorzio all'italiana, ma con una componente sarcastica del tutto nuova, almeno nell'evolversi dei rapporti fra il protagonista e la mafia. Per lo meno la teoria secondo cui un mafioso lo è per nascita è limitata al contesto comico. Ma è poi un film così tanto comico? Il finale è troppo inquietante (e assolutamente geniale) per fermarsi ad un'analisi superficiale, di pura commedia di costume.
Un siciliano trapiantato a Milano torna, con moglie e figliolette 'nordiche', nel paese di origine. Per le tre 'straniere' sarà un'esperienza dapprima spaventosa, poi affascinante; per lui invece si rivelerà tutto l'imprinting siculo. Trascinato a salutare il vecchio boss del paese, per non potersi rifiutare verrà spedito in una missione lampo negli Stati Uniti, ad uccidere uno sconosciuto.
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