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Cuba Libre - La notte del giudizio

Regia di Stephen Hopkins vedi scheda film

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La recensione su Cuba Libre - La notte del giudizio

di Donapinto
6 stelle

B-movie hollywoodiano diretto dallo scaltro Stephen Hopkins, mestierante che ha diretto blockbusters come PREDATOR 2 e SPIRITI NELLE TENEBRE, ma anche il ben più ambizioso RACE-IL COLORE DELLA VITTORIA, biopic sull'atleta olimpionico afroamericano Jesse Howen, sua ultima fatica dietro la macchina da presa. Questo CUBA LIBRE e' un thriller metropolitano con alcune attinenze con I TRASGRESSORI di Walter Hill, uscito nel medesimo anno. Nella pellicola di Hill due amici vigili del fuoco, cercavano un tesoro frutto di una rapina sacrilega, nascosto in un complesso industriale abbandonato. Qui diventavano gli scomodi testimoni di un omicidio da parte di una gang di afroamericani. In CUBA LIBRE troviamo invece quattro giovani amici un po' troppo "bimbiminkia" e con poca voglia di crescere, che una sera lasciano il loro bel quartiere residenziale a Chicago, per passare una serata di bagordi a bordo di un elegantissimo camper, noleggiato dal più arrogante dei quattro. Sbaglieranno strada, ritrovandosi in un quartiere periferico tutt'altro che sicuro, e anche qui assisteranno a un regolamento di conti. CUBA LIBRE sembra guardare a classici d'azione degli anni 70' come I GUERRIERI DELLA NOTTE e al Carpenter di DISTRETTO 13, ma anche di 1997 FUGA DA NEW YORK, senza dimenticare lo splendido UN TRANQUILLO WEEK-END DI PAURA, film per eccellenza quando si vuole descrivere lo smarrimento di un gruppo di persone in un luogo a loro sconosciuto. Dunque la pellicola di Hopkins non mostra nulla che non sia già stato visto, e anche meglio realizzato. Eccessiva lunghezza per un film che inevitabilmente rischia di ripetersi in situazioni sin troppo prevedibili, come la resa dei conti finale nel grande magazzino, tirata per le lunghe e concludendosi nella maniera più ovvia, salvo la scena quasi surreale in cui il cattivone di turno, ben interpretato da Denis Leary nonostante qualche eccesso istrionico, spara contro un bancale di bottiglie di vetro spinto con un muletto da un magazziniere che non si accorge di niente in quanto sta ascoltando la musica con un walk-man, oltretutto cantandoci sopra. Il meglio e' nella descrizione notturna di una periferia spettrale, un'altro mondo se paragonato al bel quartiere residenziale dal quale provengono i quattro protagonisti, pulito, ordinato e soprattutto sicuro, distante solo una decina di chilometri. Piccola scoccata nel finale che invita a chi e' sposato a godersi la propria casa e la propria famiglia, senza andare a cazzeggiare troppo in giro.

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