Regia di Steno vedi scheda film
Commediola non esaltante, ma fra le migliori dello Steno di quegli anni (e probabilmente pure del cinema italiano, visto l'andazzo del periodo). Ciò che funziona è, oltre al mestiere di Pozzetto, il vago tentativo di analisi sociale, riassumibile in una battuta messa in bocca al protagonista verso la metà del film, che può tradursi così: in famiglia comanda chi porta a casa più soldi. La Giorgi non è esaltante, ma ci sono un po' di buoni volti di contorno: Andreasi, Micheli, la Koscina. Inoltre va apprezzata la scarsa volgarità del prodotto: quasi una perla, nel panorama italiano degli anni '80. Ciò che invece non va è la maniera becera e semplicistica in cui vengono trattati argomenti per i quali il cinema italiano non è ancora pronto (e non lo sarà per molti, molti anni a venire), mentre ormai la gente li ha già completamente rivalutati: si parla del rapporto di coppia sotto il profilo squisitamente sessuale (maschio dominante, femmina sottomessa: un trionfo del maschilismo più futile; la donna arricchita e divenuta quindi potente, matematicamente è una lesbica!) e dell'omosessualità, vera spina nel fianco della commedia italiana di quegli anni (i luoghi comuni non si contano). Non va disprezzato, ma promette bene e mantiene poco. 5/10.
Andrea, ingegnere, viene licenziato; la moglie Franca nel frattempo fa carriera e tiene le redini economiche della famiglia. Lui si mette a fare le pulizie al posto della colf: non riuscendo a trovare di meglio, lo trasforma in un lavoro...
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