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Brood - La covata malefica

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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La recensione su Brood - La covata malefica

di undying
5 stelle

Terzo significativo titolo diretto da Cronenberg, regista ossessionato dalle mutazioni (qui più interiori) del corpo. Scritto in una delicata fase della vita del regista (in via di separazione), porta sullo schermo il dramma del divorzio e gli inevitabili "orrori" che ne derivano, soprattutto quando a pagarne le conseguenze sono i figli.

 

locandina

Brood - La covata malefica (1979): locandina

 

Toronto. Al Somafree Institute è ricoverata Nola (Samantha Eggar), una paziente, ma anche amante, del dott. Raglan (Oliver Reed), psichiatra che porta avanti una terapia di nuova concezione, detta psicoplasmia. Nola, divorziata da Frank (Art Hindle), saltuariamente riceve in visita la figlia Candice (Cindy Hinds). Quando Frank nota delle ferite sul corpo di Candice, sospetta che siano state provocate dalla madre. Dopo il misterioso omicidio di Juliana, nonna della bambina (anch'essa divorziata), per evitare che la piccola Candice torni nell'istituto, Frank cerca testimoni per fare causa a Raglan e alle sue poco chiare teorie scientifiche, trovandone uno in Jan Hartog, paziente affetto da un tumore del sangue, contratto a seguito della terapia di Raglan. 

 

Cindy Hinds

Brood - La covata malefica (1979): Cindy Hinds

 

"La nostra creatura ha degli occhi molto strani. Hanno l'iride ma sono senza retina. La sua visione del mondo deve essere stata molto distorta. Sicuramente vedeva le cose solo in bianco e nero, niente colori. Il labbro superiore è spaccato, il classico labbro leporino, ma il palato è integro. La lingua è troppo spessa e rigida per poter parlare. È privo di denti. Ma può dare dei morsi terribili con questo strano becco fibroso. Ho trovato una specie di sacca carnosa flaccida tra le scapole di questo essere. Contiene tracce di una sostanza solida nutriente un po' come il cosiddetto sacco vitellino di certi pesci o come la gobba dei cammelli. Si tratta di un serbatoio di nutrimento che è pieno dalla nascita. Una volta che il materiale della sua sacca è stato completamente assimilato, credo che la creatura muoia di consunzione. Per mancanza di carburante, per così dire... e questo ci porta all'ultimo punto interessante, e cioè la presenza di una deformità esterna. Voglio dire, a parte la mancanza di organi sessuali, un dettaglio significativo ed estremamente problematico. Non ha l'ombelico, e questo significa che questa creatura non è mai realmente nata. Almeno non nel modo in cui nascono gli esseri umani." (Esaminazione del corpo di una delle piccole creature)

 

Samantha Eggar

Brood - La covata malefica (1979): Samantha Eggar

 

Dopo Il demone sotto la pelle e Rabid - Sete di sangue, Cronenberg dirige il capitolo conclusivo di una ipotetica trilogia horror basata sulla mutazione (dentro e fuori) del corpo. Brood è un film sulla famiglia, ma pone anche l'accento sul rapporto tra corpo e mente, ingredienti -essenziali nel cinema di Cronenberg- coinvolti qui in un processo di mutazione in grado di dare fisicità all'orrore: una gravidanza raccapricciante, tutt'altro che novità nel genere (Rosemary's baby ha fatto scuola), che trova però originalità nella rappresentazione, tipicamente ascrivibile al regista, di sovversione con effetto rivoltante delle funzioni biologiche naturali (in tal caso il parto). Sovversione che va poi di pari passo con una diversa collocazione del "mostro". Mostro che è materialmente dentro, ovvero "non è nella propria mente, ma nelle proprie ghiandole". Quest'ultima astrazione si manifesta platealmente durante l'esibizione della placenta, esposta da Samantha Eggar: l'interno che diventa esterno, il mostro (prima) dentro e (ora) fuori. Idea che esula dalla conformità e dal modello (all'epoca) preponderante delle maschere gotiche -con figure spesso pittoresche e manieristiche- caratteristiche dell'horror classico, in favore di un organ(ism)o interno sviluppato in maniera abnorme, sorta di concretizzazione di una patologia che parte dalla mente ma sembra essere orientata -con le sue agghiaccianti figliazioni- alla rivolta contro l'unità, l'essenza, l'identità dell'organismo (non a caso le piccole e anomali creature percepiscono i pensieri della madre, essendone mentalmente sintonizzate e agendo di conseguenza).

 

Art Hindle

Brood - La covata malefica (1979): Art Hindle

 

Come dichiarato dal regista, Brood è "nato" in un momento delicatissimo della sua vita privata, essendo stato concepito (termine adatto) durante una causa di separazione. Ne esce un film molto ben scritto e diretto, con particolare approfondimento dei protagonisti, costretti a vivere l'inferno principalmente a causa della separazione. Un inferno che si tramanda di generazione in generazione (anche i genitori di Nola sono separati), a danno dei piccoli figli innocenti. Nonostante tutte le buone premesse (e con le fondamentali presenze di Oliver Reed e Samantha Eggar), rispetto ai due titoli precedenti Brood finisce per essere quello meno spettacolare, pressoché privo di effetti speciali se si escludono i cinque minuti conclusivi. Una storia drammatica, che ruota attorno alla crisi familiare e che solo marginalmente, con la presenza delle piccole creature frutto di parti mostruosi, finisce per essere catalogabile come horror.

 

Cindy Hinds

Brood - La covata malefica (1979): Cindy Hinds

 

"Io sono dentro di te
nel misterioso modo
che la vita è disciolta nel sangue
e mescolata al respiro." (Antonia Pozzi)

 

F.P. 21/09/2019 - Versione visionata in Bluray (lingua italiano - durata: 92'29")

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