Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Bambini brutalizzati dalla violenza degli adulti.
E' un horror impressionante, sia visivamente che psicologicamente, ma è privo di sadismo, cioè di compiacimento verso il male (anzi). In genere, queste impostazioni mi allontanano subito da un film.
Direi che al centro della pellicola vi sia una riflessione sugli effetti della violenza - subita o vista - sui bambini. Questi ne riportano traumi indelebili, a volte coperti da "autocensura", che purtroppo si ripercuotono sia come sofferenza personale che come - ahinoi - ripetizione su altri malcapitati della violenza subita. La trama è disseminata di bambini che assistono atterriti ad atti di violenza, che viene da loro interiorizzata e, a lungo andare, somatizzata. Questa è un'altra idea presente nel film, che viene espressa sì in termini estremi e appariscenti, ma il tema è uno di quelli su cui la medicina ufficiale ha già fatto qualche riflessione e qualche ipotesi. Quando il cervello e l'anima vengono brutalizzati dalla violenza - questo il concetto - anche il corpo ne risente negativamente, e si deforma. E poi sappiamo che Cronenberg è sempre stato ossessionato dalla carne "impazzita", con escrescenze e trasformazioni orripilanti.
Certo, dunque, è un horror di fantasia, dove però quest'ultima riguarda solo la misura e l'aspetto dei fenomeni; ma direi che i fenomeni stessi (i traumi sui bambini) sono fatti tristemente reali. Quanto ai legami malefici tra i bambini killer e la donna (piena di odio e smania di vendetta), potrebbe rimandare al fatto che i traumi dei genitori si ripercuotono in un modo o nell'altro spesso anche sui figli, in una catena che è difficile spezzare. Del resto Cronenberg si sarebbe interessato di nuovo al tema dell'interiorizzazione della violenza che entra dagli occhi anche in "Videodrome". Insomma, secondo me il regista canadese compie un discorso intelligente, e direi persino profetico, sulla diffusione della violenza nella società moderna, che non è mai ammiccante o condiscendente. Si tratta quasi di una messa in guardia. Infatti il male è male, e dagli occhi penetra nell'anima. La violenza è violenza, e tutti e due fanno schifo.
La pellicola è come sottotono, ha un'atmosfera cupa e fredda come il Canada, ed è pervasa fin dall'inizio da una sottile tensione. Essa è ben costruita ed è generata anche dal fatto che non si capisce bene cosa avvenga in quella moderna e pulita, ma inquietante, clinica psichiatrica, retta da quell'ambiguo e sfuggente dottore. E' un film che non punta sulla facile azione, ma sulle atmosfere e sulle impalpabili inquietudini. Gli attori sono bravi e i personaggi convincenti (fin'anche alla maestra d'asilo). Perdono volentieri qualche inverosimiglianza, come l'eccessiva calma della nonna e del protagonista quando avvengono le intrusioni dei bambini malefici. E questi, che non si vedono mai troppo bene, fanno proprio paura. Gli effetti speciali non digitali (quindi "veri") sono al servizio del significato e non esibizionistici. E la scena della "gravidanza esterna" fa proprio impressione.
PS - Come sempre il titolo italiano prende una cantonata, qui l'allusione al mondo degli uccelli e delle api, che non c'entrano un piffero.
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