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Brood - La covata malefica

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Brood - La covata malefica

di will kane
7 stelle

Nella clinica del dottor Ranglan c'è qualcosa di oscuro, una nuova pratica psichiatrica chiamata "Psicoplasmia" dal suo scopritore prevede che i pazienti ricoverati siano isolati, e fin dalla prima inquadratura abbiamo modo di valutare la determinazione e la durezza dell'uomo di scienza: ma c'è un uomo,Frank Carveth, la cui moglie,Nola, è appunto una paziente del medico, che scopre la propria figlioletta in pericolo, perchè una strana creatura dalle proporzioni minute ma dalla ferocia notevole uccide i suoceri e poi altri due simil-bambini assassinano la maestra, a scuola... Il film che fece conoscere David Cronenberg al di qua dell'Atlantico, un horror a base fantascientifica, in cui l'ambiguità regna sovrana, tanto da ribaltare l'ottica con cui si guarda a un personaggio tratteggiato come negativo fin dall'avvio del racconto, verso la fine:lo stile gelido dell'autore,che però dipana una trama incalzante,che procede per spirali verso lo scioglimento conclusivo (oppure no, perchè, in linea con i film dell'orrore dell'epoca,nell'ultima inquadratura lascia spazio ad un potenziale riaffacciarsi dell'orrore), si mostra già solido in questo, uno dei suoi primi titoli, che schiera già nomi di un certo peso,quali Oliver Reed,e Samantha Eggar. I mostri sono figli di un Rancore ferino, che solo una delusione al femminile può generare:la scena-climax, con la deformità di una gravidanza esterna, una madre che strappa con i denti la placenta come capita nel mondo animale, è l'apice di un film programmaticamente disturbante, meno "personale" forse di altri lavori cronenberghiani, più in linea con altre pellicole di genere, ma nel quale si avverte già un'impronta forte. Del cast, il migliore è, come spesso gli accadeva, perchè come altri colleghi britannici, il vezzo dell'alcool non influiva sulle sue capacità d'attore (vedi anche Richard Harris,Richard Burton e altri), Oliver Reed, che sfoggia una cupezza non di maniera. 

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