Regia di David Cronenberg vedi scheda film
The brood, letteralmente "la covata", gode di un sottotitolo italiano un po' infelice (aggiunge quel "malefica" che rivela una componente non trascurabile della trama). Ma basta far finta di non saperlo per godersi un film in cui Cronenberg dimostra una maturità notevole, che confermerà nei successivi Scanners e La zona morta, dove il geniaccio canadese s'introduce in un filone più psicodrammatico che puramente horror, catapultando gli spettatori in un mondo quotidiano tristemente acromatico, dove dominano il grigiore e la glacialità in senso lato (anche nei rapporti interpersonali).
The brood si discosta in parte dai due horror precedenti, pur mantenendo alcuni dei leitmotiv che Cronenberg si è portato dietro per parecchi anni: la carne, con le sue mutazioni e il suo rispecchiare i sentimenti, e gli scienziati pazzi. Qui troviamo il dottor Raglan, a cui presta il volto lo statuario Oliver Reed, che, famoso per la sua teoria della "psicoplasmia", si convince di avere un prezioso oggetto di studio fra le mani e svuota il suo edificio psichiatrico degli altri pazienti per garantire l'isolamento più assoluto a Nola; Nola ha problemi mentali e una figlia, Candice, divisa fra le visite alla madre, i pochi giorni che riesce a passare col padre Frank e la nonna Juliana.
Intanto, avvengono strani omicidi da parte di nanerottoli privi di genitali e ombelico, con Frank, preoccupato per sua figlia, deciso a scoprire cosa li lega a sua moglie Nola...
Con meno scene splatter del solito (ma ce n'è una da ricordare), Cronenberg riesce senza problemi a mantenere alta la tensione e la curiosità grazie ad una storia che cresce nella seconda parte, che appassiona per poi disgustare e infine inquietare, grazie al solito finale cronenberghiano.
Ottima, grazie al solito Howard Shore, prezioso collaboratore di Cronenberg.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta