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Il sospetto

Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film

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La recensione su Il sospetto

di steno79
8 stelle

Buon esempio di thriller psicologico, territorio in cui il Maestro del Brivido aveva pochi rivali, "Il sospetto" è la storia di una donna piuttosto riservata che accetta il corteggiamento di un uomo esuberante, in seguito lo sposa e tenta di avere fiducia in lui, ma presto scopre che il marito è un uomo bugiardo e incline a spendere grosse somme di denaro, arrivando perfino al sospetto opprimente che la voglia uccidere per impadronirsi del suo patrimonio. Pur non essendoci una voce fuori campo, la narrazione sposa completamente il punto di vista soggettivo della protagonista, contribuendo ad una suspence crescente, che la sceneggiatura riesce ad instillare nello spettatore con grande economia di mezzi. A differenza che nel precedente "Rebecca", qui l'elemento scenografico e paesaggistico ha un'importanza secondaria, mentre è sempre in primo piano la dinamica relazionale fra i personaggi, con un'azione che risulta quasi sempre serrata e avvincente. Joan Fontaine vinse un Oscar per uno dei suoi tipici ruoli di donna innamorata, fragile e vittima delle circostanze, che le riesce molto bene anche qui, per quanto a mio avviso la sua performance in "Rebecca" fosse di un livello superiore; ottimo Cary Grant nel suo primo film sotto la direzione di Hitchcock: l'attore inglese rende con grande efficacia il misto di fascino e sgradevolezza che caratterizza il suo personaggio, risultando del tutto credibile nel ruolo del playboy Johnnie Aysgarth. La scena più famosa è senz'altro quella del bicchiere di latte che Grant porta su un vassoio alla Fontaine, che si rifiuta di berlo perchè pensa possa essere avvelenato; il finale è stato contestato da molti critici e dallo stesso Hitchcock come artificioso e contrario alla logica della storia, ma a mio parere può risultare, al massimo, leggermente convenzionale. La riflessione sull'ambiguità dei rapporti umani non ha la stessa profondità e intensità di altre opere successive, ma il film non merita di essere relegato nel limbo delle opere minori del Maestro, dove è stato tenuto fin troppo a lungo.
voto 8/10

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