Regia di Bruno Bigoni vedi scheda film
Due fratelli artigiani campagnoli che si odiano tenacemente ma dividono, con le rispettive famiglie, la stessa villona paterna; due mogli che buttano benzina sul fuoco delle rivalità familiari; una scomparsa misteriosa; un errore giudiziario: sono questi gli elementi essenziali di Veleno, primo lungometraggio di Bruno Bigoni, quarantenne milanese uscito (come Silvio Soldini e Daniele Segre) dalla breve, bella stagione dei filmaker dei primi anni '80. Una storia anomala per un regista privato, pudico e battagliero come Bigoni (che ha fatto dei video molto belli, come Nome di battaglia: Bruno, sulle contraddizioni della sua generazione), risolta con misura e con una rigorosa attenzione ai caratteri, ai particolari ambientali della provincia padana e a non farsi prendere la mano dai risvolti di commedia. Ottimo il lavoro con gli attori, soprattutto Elio De Capitani (uno dei pilastri del milanese Teatro dell'Elfo) e Calo Colnaghi, che interpretano i fratelli. Marina Confalone, un po' istrionica, passa dalla fatalona di provincia alla business woman, imponendosi nella seconda parte. Suggestivo, un po' tormentato, con una bellissima fotografia di Luca Bigazzi.
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