Regia di Dino Risi vedi scheda film
Capolavoro di Risi
Capolavoro di Risi. Il viaggio che improvvisano i due protagonisti , con la fatidica Aurelia,è una perfida discesa nei gironi infernali dell'Italia del Boom economico.Provinciale, ipocrita, cinica, arrivista e volgare.Sulle ceneri e sulle macerie del dopoguerra, si sforza di ricostruirsi e di darsi un'identità,proiettandosi verso un benessere e un progresso culturale e di costume, più di facciata che reale,affllitta da mille contraddizioni e ancorata ancora a vecchi pregiudizi, non decolla ma s'illude di farlo.Gassmann e Trintignant sono le due facce di questa medaglia. L'uno cialtrone,superficiale e invadente,l'altro introverso, impacciato e timido,entrambi per caso si ritroverrano a trascorrere un'intera giornata insieme peregrinando per le strade assolate.Insieme incontreranno tanti personaggi che erano l'umanità di allora,con sberleffo e spudoratezza l'uno e con goffagine e soggezione l'altro.Due angolature opposte per giudicare,commentare e reagire alla vita.Momenti topici la visita ai parenti di Viterbo con la scottante rivelazione sulla paternità del cugino Alfredo, che lascia Roberto Mariani sgomento e disorientato, a dimostrazione che dietro un atteggiamento svogliato e balordo, si può comunque nascondere uno spirito d'osservazione acuto,peraltro è vera anche la conseguente riflessione dell'ingenuo universitario"la fanciullezza la consideriamo un tempo felice, ma perchè in realtà non ce la ricordiamo veramente".Le scorribande nelle quali Gasmman trascina un passivo Trintignat sono esilaranti ma al contempo raccontano tanto del paese di allora.Questo bellissimo affresco di quel periodo è veramente efficace e memorabile,l'interpretazione dei due protagonisti eccellente.
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