Regia di Dino Risi vedi scheda film
"Il sorpasso" rappresenta insieme a "Una vita difficile" dell'anno precedente il punto più alto della filmografia di Dino Risi, filmografia fin troppo prolifica e discontinua, ma che riusciva a regalare anche opere di rilievo, meditate e intelligenti come questa. Qui i meriti vanno spartiti con gli sceneggiatori Maccari e Scola e con un cast in stato di grazia. Rivisto oggi, "Il sorpasso" ha acquistato un valore sociologico prezioso sull'Italia dei primi anni Sessanta, l'Italia del nascente Boom economico, e la commedia all'italiana qui si dimostra davvero un supporto perfetto per una satira di costume pungente, che va a colpire alcune delle ossessioni dell'Italiano medio rappresentato dal Bruno Cortona di Gassman, soprattutto il machismo e il sessismo che si riveleranno una vera e propria piaga della nostra cultura. In un'epoca in cui il Neorealismo aveva ormai ceduto il passo, la commedia all'italiana dimostrò una maturità invidiabile, qui priva di volgarità e molto acuta nel tratteggio delle figure di contorno; la natura di commedia episodica "on the road" funziona a dovere, mentre appare un po' superflua la voce fuori campo del personaggio di Roberto, che tende a spiegare troppo quello che era già chiaro a partire dalle dinamiche relazionali dei due protagonisti. Straordinaria la performance di Gassman che dimostra una volta per tutte la sua maturità di interprete cinematografico e riesce a farci provare una sorta di adesione per un personaggio sostanzialmente sgradevole come Bruno; altrettanto efficace un giovane Jean-Louis Trintignant nella parte del timido studente, e fra gli altri si nota soprattutto la fresca e spontanea Catherine Spaak, allora diciassettenne. Il finale tragico secondo me non è moralistico, ma scuote lo spettatore chiudendo il film su una nota di mesta riflessione. Magari le sapessero fare oggi delle commedie così.
Voto 9/10
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