Regia di Dino Risi vedi scheda film
Benvenuti nell'Italia del 1962. Questo film è un quadro storico-sociologico precisissimo, il ritratto di un'epoca (quella descritta altrettanto leggiadramente dal Boom di De Sica) dettagliato ed affilato quanto basta per farne una commedia immortale almeno all'interno del panorama nostrano. Maccari-Scola-Risi in sceneggiatura: una garanzia. Risi in regia, Gassman protagonista: la seconda garanzia. Trintignant di spalla e la Spaak nei panni della figlia di Gassman: tutto funziona alla perfezione dall'inizio alla fine del film. Una fine tragica, ma assolutamente inevitabile. Per quanto spiacevole, non auspicabile, assolutamente imprevedibile: è solo una qualunque giornata estiva, ma può una 'cattiva compagnia' trasformarla nel giorno della fatale tragedia? Il caso che domina in maniera beffarda la vita umana, ci si mette anche lui; e poi assolutamente da incorniciare è la contrapposizione così netta, nitida ed aspra fra i due personaggi principali, due caratteri (tratteggiati meravigliosamente ed interpretati allo stesso modo) opposti, ma che finiscono per avere bisogno l'uno dell'altro. Un apologo dell'amicizia, se si vuole. Indimenticabile.
Bruno ha quarant'anni ma si comporta come un ragazzino: estroverso, caciarone, incontenibile. Roberto è poco più che un ragazzino, ma è serio e riflessivo. I due si incontrano per caso in un'assolata giornata estiva romana ed il primo convince il secondo a mollare i libri di diritto per farsi una scampagnata. Bruno accompagna Roberto dai suoi parenti in campagna, poi dalla ex moglie di Bruno, poi in spiaggia e infine, all'ennesimo sorpasso strombazzante, la sua macchina sbanda e finisce in un dirupo. Bruno riesce a gettarsi fuori in tempo, Roberto no.
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