Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Un io narrante introduttivo spiega le connessioni tra il termine “Via lattea” e il nome “Compostela”, ovvero “Campo delle stelle”, percorso a cielo aperto per i pellegrini diretti verso uno dei luoghi più noti per la penitenza e l’espiazione.
Dal centro della Francia, seguiamo il percorso di due pellegrini mendicanti, diretti con una certa ostinazione verso Santiago di Compostela, attraverso uno dei sentieri del celebre cammino penitenziale, percorso ogni giorno dell’anno da secoli da parte dei fedeli.
Questo presupposto fornisce al regista spagnolo Luis Bunuel l’opportunità per riflettere, da non credente, su momenti, circostanze, episodi più controversi che hanno caratterizzato la storia della cristianità dalla nascita di Gesù Cristo ad oggi.
E come entro un presepe vivente, i nostri due miserabili si rendono spettatori e testimoni di scene in cui personaggi storici anche illustri, o lo stesso Gesù Cristo e sua madre, ripercorrono momenti salienti, non tutti necessariamente negativi o discutibili, in cui la chiesa ed il cristianesimo hanno influito sul corso degli eventi storici.
Bunuel è sempre stato folgorato dai dogmi religiosi, e la curiosità di ateo miscredente verso la fede, che spinge ad atti disinteressati e sin eroici, che rende martiri i suoi umili ma decisi portavoce, ha sempre assunto una posizione di generoso sbalordimento ed estatica contemplazione.
Qui più che in Viridiana o Simone del deserto, in cui non mancano momenti ironici se non sarcastici sul sogno innocente ed ingannevole di sconfiggere il male con la devozione e l’amore disinteressato verso un dio del bene, Bunuel si concentra sulle deviazioni eretiche, sul corporativismo che ha reso la Chiesa molto spesso un epicentro di violenze e soprusi inimmaginabili, divenendo tutto il contrario di quelli che sono stati i propositi di perfezione spirituale e di tolleranza e perdono promulgati da Gesù Cristo ed i suoi discepoli che ne promulgarono il verbo.
Il film alterna episodi e riletture della vita di Gesù a momenti boccacceschi e surreali in cui l’assurdo diviene l’io conduttore degli eventi ed in cui la meschinità e l’inganno finiscono per tornare ad essere gli elementi contrastanti per avere la meglio su una vita materiale più che mai e senza soluzione di elevazione spirituale.
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