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Bersaglio di notte

Regia di Arthur Penn vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Bersaglio di notte

di Dany9007
7 stelle

Nei primi anni '70 Gene Hackman ha dato il volto a più personaggi in conflitto con loro stessi e pieni di contraddizioni: il sanguigno "Papà" Doyle di Il braccio violento della legge, è un poliziotto temerario, incallito ma che fa parecchi errori che sono costati anche la vita a dei colleghi, il protagonista de La conversazione è uno dei personaggi più disorientati nelle proprie convinzioni che il grande cinema ci abbia mostrato. Di nuovo, con Bersaglio di notte eccolo vestire i panni del detective Harry Moseby, reduce da una tristissima scoperta circa il fatto che la moglie lo tradisce e che accetta, senza troppa convinzione, l'incarico di ritrovare la figlia di une ex diva del cinema (ormai dedita alla chirurgia plastica ed all'alcol). In questo viaggio di ricerca della giovanissima ragazza, il protagonista, si imbatte in personaggi che riconfermano il senso di solitudine e di spaesamento in cui egli versa. E una volta portata a termine la sua missione, aluni retroscena presto verranno a galla con una rete di connessioni che si dipanerà in modo inaspettato e soprattutto mettendo ben presto in pericolo la vita di Harry. Il senso di spaesamento del protagonista, nonchè di disillusione emerge sin dalle prime scene. Penn riesce bene a rappresentare un personaggio che ha perso ogni punto di riferimento, di entusiasmo, che verrà tradito dalle apparenze pressochè di chiunque incontrerà (a partire dalla propria moglie ma anche nello sviluppo del caso che deve seguire). Da obiettare a Penn una certa carenza di ritmo in alcune sequenze, che in alcuni momenti fanno riflettere lo spettatore circa il vero sviluppo della vicenda. Eccezionale il finale (estremamente sorprendente nella struttura, con qualche debito a Intrigo internazionale di Hitchock), estremamente tragico, non solo nel contenuto ma nella riconferma di un ennesimo tradimento che lascia il protagonista sfinito, ferito e disorientato (che si rispecchia simbolicamente nella barca che ruota su sè stessa). 

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