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Bersaglio di notte

Regia di Arthur Penn vedi scheda film

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La recensione su Bersaglio di notte

di maso
8 stelle

 

 

Intrigante neo noir diretto da Penn in extremis, tutto incentrato sulla figura ombrosa del detective privato Harry Mosbey interpretato da un positivamente spaesato Gene Hackman, il suo personaggio è completamente travolto dagli eventi che condizionano l'indagine di cui si sta occupando e la sua vita coniugale, sta proprio qui l'interesse e l'originalità di questo film nel quale sono perfettamente intrecciati i due fili della trama di cui Mosbey è attore protagonista passivamente, nel senso che crede di poter venire a capo delle due situazioni ma in definitiva si può ipotizzare che a conclusione della storia rimarrà fregato in entrambi i casi.

La travagliata relazione con la moglie è sempre più a rischio perchè Harry non vuole mollare lo squallido mestiere di investigatore privato e di conseguenza avere più tempo da dedicarle, dopo l'ennesima critica alla sua professione Harry le urla apparentemente convinto "Mi piace quello che faccio" e si rifiuta di andare al cinema a vedere "La mia notte con Maude" di Rohmer perchè la sua opinione è che nessuno pagherebbe per dormire al cinema ma in realtà è lui a dormire gratuitamente visto che la moglie si accompagna con il suo amichetto interpretato da Harris Yulin e le cadenze oltre al tono con cui Penn tratta l'argomento sono quanto di meno hollywoodiano ci si possa aspettare, siamo infatti dalle parti di Rohmer con i piedi ben piantati al suolo.

Harry deve far fronte alla situazione quando non è impegnato a risolvere quello che sembra un caso facile come tanti: rintracciare la giovane e precoce Delly Grastner e riportarla alla madre ma una indagine così scontata può anche nascondere delle insidie e tutti i personaggi che ruotano intorno alla faccenda non sono quello che sembrano; Harry seguirà la propria pista ma la soluzione del caso gli ballerà sempre sotto il naso senza che riesca ad accorgersene, in tal senso è il titolo originale a darci più di un indizio proprio per la indterminazione della lingua inglese: "Night Moves" può essere tradotto in "Mosse nella notte" e si riallaccia alla passione di Harry per gli scacchi e in particolar modo alla scena notturna in cui spiega a Paula con la sua scacchiera portatile le mosse che potevano dare la vittoria a Mortiz contro Emmerich in una partita giocata nel 1922, sacrificando la regina Mortiz avrebbe vinto mettendo in scacco l'avversario con il cavallo in tre mosse ma non se ne accorse, adottò un'altra strategia e perse la partita, un brutto presagio per Harry che indipendentemente dal bianco o dal nero non sacrifica la regina e non si accorge in tempo di quello che ha sotto gli occhi.

C'è però un'altro significato che può essere attribuito al titolo originale: "Movimenti nella notte, nel buio", Harry non può vederli proprio perchè avvolti dal mistero, quando gli appariranno nitidi sarà troppo tardi e potrà solo constatare nella sua impotenza intrisa di sangue come forse l'unica voce sincera in questa storia fosse quella della moglie che gli consigliava di mollar tutto e dedicarsi a lei.

Penn sfrutta al meglio un budget ridotto e cura molto i dialoghi, interessante quello fra Gene Hackman e Jennifer Warren che ricordano dove si trovavano quando morirono i Kennedy, non eccede in virtuosismi alla regia come in altri suoi film precedenti se si esclude il convulso finale arricchito da qualche finezza come il McGuffin che emerge dal fondo del mare, la soggettiva dall'aereo o il controcampo dagli occhi del colpevole che viene finalmente svelato mentre si allontana definitivamente da uno stupefatto Harry Moesby condannato ad un girotondo e un finale che da risposte ma rilancia anche l'interrogativo sul suo destino.

Gene Hackman fornisce una delle sue prove più complete e convincenti in bilico fra l'indole riflessiva del detective e l'aggressività misurata del marito tradito, notevole anche sul piano fisico nel corpo a corpo in cui subisce i pugni di una mano protetta da una conchiglia e nel caotico finale, ma soprattutto ciò che esprime alla grande è l'assoluta incapacità di gestire le situazioni al meglio e la mancanza di un certo sesto senso, dote fondamentale per un detective.

             Harry Mosbey non riesce a vederci chiaro 

 

Il film segna anche l'esordio di un giovane James Woods e una giovanissima Melany Griffith, entrambi riscuoteranno successi e riconoscimenti a distanza di circa dieci anni dall'uscita di questo film che rimane un caso isolato nel genere noir e nella filmografia di Penn e Hackman, può quindi risultare insoddisfacente per i fans del regista e dell'attore proprio per l'insolita forma.

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