Regia di W. S. Van Dyke vedi scheda film
E' la storia, in parte romanzata, della regina Maria Antonietta (Norma Shearer), austriaca che per motivi di geopolitica sposò nel 1770 Luigi XVI (Robert Morley), il delfino di Francia, uomo goffo ed inetto, che ascese alla morte del re Luigi XV (John Barrymore) al trono, tra i fasti, gli intrighi a corte, ma anche gli sperperi, fino allo scoppio della Rivoluzione Francese e alla sua tragica fine nel 1793 al patibolo, subito dopo il marito ormai destituito di ogni potere.
Sfarzosa produzione targata Irving G. Thalberg - che non vide il film all'uscita dato che morì improvvisamente poco prima - che caratterizza il film più del regista W.S. Van Dyke che lo firma (anche se alla lavorazione hanno contribuito autori del calibro di Julien Duvivier e Jacques Tourneur), fatta di sontuose scenografie, di costumi (che purtroppo il b/n non valorizza) ricercati e accurati, uno stuolo di attori di prim'ordine nei ruoli principali ma affetto da una certa staticità, specie nella parte che va dall'arrivo a corte di Maria Antonietta fino all'esplodere dei tumulti popolari, che rende l'opera più teatro filmato che cinema, mentre è certamente migliore nella seconda, costruita con senso del racconto e tensione.
Il film è cucito addosso alla star Norma Shearer, che offre una notevole interpretazione, tanto del lato frivolo della regina quanto di quello tragico, ma all'inizio bisogna prendere il tutto con beneficio d'inventario: infatti l'attrice non può risultare credibile quando impersona una ragazzina poco più che adolescente - la futura regina nel 1770 aveva quattordici anni - avendone già 36, ma il migliore del nutrito cast, che annovera anche Tyrone Power, Gladys George, Joseph Schildkraut e Henry Daniell, è senz'altro Robert Morley nella sua caratterizzazione del re suo malgrado Luigi XVI, uomo dai modi impacciati e non di bell'aspetto, non certo una mente a livello politico, che verrà travolto dall'inesorabile accadere degli eventi e subirà l'ira dei rivoluzionari, accetterà il suo triste destino con compostezza.
Voto: 7.
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