Regia di Woody Allen vedi scheda film
Un discreto film per riflettere. Allen qui si concede un excursus su modalità “impegnate”: tutti i personaggi sbagliano, tutti sono tormentati dal senso di colpa e devono riparare; ma non tutti sbagliano alla stessa maniera, e c’è chi merita più lode e chi meno. Allen stesso si prodiga in modo encomiabile per i piccoli artisti che assiste, ma poi ne fa massacrare uno di botte, per un suo errore: non è perfetto nemmeno lui, ma comunque viene appezzato per la sua umanità, che pure oscilla tra il perdente e il dolente. È per avere offeso questa dolcezza di Woody (creandogli un grosso problema economico e di lavoro), che la protagonista femminile non si dà pace, finchè non gli chiede scusa sinceramente: lì lei dà un guizzo positivo alla sua vita che sin lì era disperata, in conseguenza del resto dell’etica squallida da lei stessa professata e praticata.
Un film che parla della coscienza in modo autentico e serio, ma con una leggerezza impagabile: il discorso morale è credibile proprio quando non diventa pesante, né ammaestrante.
Divertente la satira degli italiani del sud in America, immersi tra cibi e vendette primitive (anche se noi italiani sappiamo che tale macchiettismo non va affatto generalizzato).
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