Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Ho voluto vedere uno di questi polizieschi italiani anni '70, di cui oggi molti dicono bene, ma da cui un certo istinto mi aveva sempre tenuto lontano. Ho scelto anche uno che fosse considerato tra i migliori, o tra i pionieri di un filone. Ebbene, secondo me non raggiunge la sufficienza, e non capisco i giudizi positivi: personaggi elementari, violenza gratuita (e ripetitiva - quanti calci nei testicoli!), dialoghi banali, attori sopra le righe (specie Merli quando si... adira). Anche tolti gli elementi per me sgradevoli, come la molta violenza che deborda in sadismo, cinematograficamente rimane un'opera mediocre. Certi film a cui evidentemente si ispira, come "Il braccio violento della legge", rimangono lontani anni luce.
Il problema principale è secondo me la sceneggiatura, superficiale e tirata via, fatta con un occhio ai gusti più bassi del pubblico e l'altro alle indicazioni dei produttori. Gli attori ci saprebbero anche fare: Merli avrebbe la stoffa e Milian sa costruire un personaggio. Ma se la materia prima è scadente, è ben difficile ricavarci qualcosa di buono. Anche per Lenzi, che forse qualche carta in più da giocare ce l'avrebbe.
Di buono c'è un discorso non disprezzabile, benché rozzo, sul fatto che spesso la legge protegge i delinquenti.
Se questo trovo questo capostitpite di filone tanto miserello, non mi accosto neppure a quegli esemplari che gli stessi estimatori del genere considerano minori.
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