Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Umberto Lenzi fa parte di una terna di registi (gli altri due sono Fernando Di Leo e Lucio Fulci) che negli anni settanta fecero fortuna grazie a una serie di poliziotteschi a basso costo, tutti molto simili tra loro e che in seguito vennero anche rivalutati tanto da una certa critica snob quanto da Quentin Tarantino.
Qui ci troviamo di fronte a un commissario di polizia (Merli) che, stufo dell'inerzia di chi dirige stancamente dalla stanza dei bottoni, ricorre a metodi sbrigativi ma efficaci. Riesce così a sventare una rapina, a vendicare uno stupro, a fermare uno scippo, a disinnescare un traffico di droga e a sgominare la banda del gobbo (Milian), personaggio che ritorna spesso in questa serie. Come si sarà capito, il film ha una struttura a episodi, veicola gli stessi punti di vista del Giustiziere della notte e per mettere in bocca a Tomas Milian qualche spiritosissima battuta chiama alcuni personaggi Galeazzo e Oronzo (indovinate con cosa fanno rima?). Ideologia discutibilissima, recitazione dilettantesca, ma il film si lascia vedere, ha ritmo e poi Roma senza macchine in tripla fila era così bella…
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