Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Dopo “Milano Odia” il film in questione è il miglior poliziottesco diretto dal toscano Umberto Lenzi che per l’occasione, con la collaborazione di Dardano Sacchetti (lo sceneggiatore), confeziona un’opera dal ritmo serratissimo. La particolarità di “Roma a mano armata” sta nell’interessante sceneggiatura che propone una lunga serie di ministorie, alcune delle quali intrecciate tra loro, in cui si assisterà ad un’amplissima gamma di reati (scippi, traffici di sostanze stupefacenti, rapimenti a scopo estorsivo, stupri, rapina, furti, ricettazione, assassinii) che il rude commissario Tanzi (Merli) dovrà sventare o sanzionare con i suoi metodi truci. Belle le scene al mattatoio dove Lenzi dimostra un certo gusto per il macabro. Non manca la classica critica al sistema giudiziario come non mancano inseguimenti, sparatorie, scazzottate e scene particolarmente dure (su tutte uno stupro o l’inquadratura dei due giovani scippatori riversi a terra in una pozza di sangue dopo esser stati investiti da un camioncino). Bravi gli attori principali con un grande Tomas Milian (ben scritti i suoi dialoghi con alcune gemme memorabili come la battuta che Milian recita in relazione alla pallottola “cacata”) e un convincente Merli oltre al sempre bravo Ivan Rassimov (cammeo per lui). Bene la regia e la colonna sonora del “solito” Micalizzi. Imperdibile per gli amanti del poliziottesco. Voto: 7.5+
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