Regia di Edward Dmytryk vedi scheda film
Un western abbastanza classico, ma con qualche personaggio un po' fuori posto, rispetto alle caselle costruite dalla tradizione del genere. Henry Fonda, per esempio, esce dagli schemi dell'eroe senza macchia e senza paura, per abbracciare il personaggio di un uomo cinico ed attratto dal denaro, ma con un suo ideale di giustizia e profondamente legato al sentimento dell'amicizia. Così come Anthony Quinn, che di questo sentimento ha una concezione distorta e, per certi versi, morbosa. Richard Widmark è invece il "cattivo" che si converte al bene, anch'egli con un fondamento di giustizia e di umanità nell'animo. Un animo che spesso questi personaggi non riescono a leggere nel profondo: quando Clay (Fonda) salva dal linciaggio il fratello di Johnny (Widmark), chiuso in prigione, quest'ultimo non sa spiegarsene la ragione. Nell'andamento della trama e nel comportamento dei personaggi non si può non intravedere, in filigrana, un riferimento alle vicende che avevano coinvolto Dmytryk durante il periodo del Maccartismo (i tradimenti, i tentativi di linciaggio, i tranelli...), quando il regista d'origine ucraina era prima fuggito in Inghilterra, ma poi, per rientrare negli Stati Uniti, aveva dovuto accettare di denunciare alcuni colleghi del mondo del cinema. Buono.
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