Regia di Carlo Ludovico Bragaglia vedi scheda film
Un emigrante, arricchitosi, torna al paesino natale; qui cerca di ingelosire l'affascinante barista locale, che però è invaghita di un timido maresciallo.
Più che una sorta di sequel della saga di Pane, amore e fantasia, Tuppe tuppe marescià (noto anche come E' permesso maresciallo?) è una variazione sul tema; di sicuro in ogni caso le affinità sono palesi, a partire dallo sceneggiatore Ettore Maria Margadonna che qui firma il copione insieme a Luciana Corda. Ma il cast artistico è completamente rivoluzionato e al posto della Lollo e di De Sica troviamo in questo caso Lorella De Luca e Roberto Risso; in altri ruoli poi compaiono Peppino De Filippo, Giovanna Ralli, Aroldo Tieri, Aldo Bufi Landi, Nino Vingelli, Arturo Bragaglia e Memmo Carotenuto, che già rivestiva il ruolo di carabiniere in Pane, amore e fantasia (1953) e in Pane, amore e gelosia (1954). Dietro la macchina da presa c'è poi Carlo Ludovico Bragaglia, artigiano del cinema disimpegnato - e in questa occasione si presume perfino più disimpegnato del solito; in quello stesso 1958 il regista usciva in sala con quattro pellicole, dato che spiega a sufficienza la sua maniera rapida (e, va da sè, sicura: perchè di filmetti si tratta, ma tutt'altro che sciatti) di girare. La storia è un po' datata per il periodo: il neorealismo rosa sta per cedere definitivamente il passo alla commedia all'italiana, ovverosia a un'interpretazione più maliziosa e meno innocente degli stessi fenomeni sociali in atto nel Belpaese che andava definitivamente emancipandosi dai retaggi del secondo conflitto mondiale. 3/10.
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