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L'eterna illusione

Regia di Frank Capra vedi scheda film

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Winnie dei pooh

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La recensione su L'eterna illusione

di Winnie dei pooh
9 stelle

Vecchio un corno! 

 

Contrariamente a quanto affermato nell'approssimativa e oltremodo limitata scheda di Filmtv (sito sempre più alla deriva), questa magnifica opera rappresenta molto più che “buoni sentimenti e lacrime” magistralmente confezionati.

 

Secondo solamente, almeno per chi scrive, a "La Vita è MeravigliosaYou can't take it with you ne costituisce, in una certa misura, il prequel: stessi attori - alcuni manterranno addirittura i medesimi ruoli, altri (come l'immenso Barrymore, costretto all'utilizzo delle grucce nonché a un'iniezione ogni ora a causa dei dolori procuratigli dall'artrite che gli aveva paralizzato le gambe, poco prima delle riprese, provocandogli una lussazione all'anca e determinando una repentina modifica della sceneggiatura), li ribaltano - e stessi medesimi temi, molto cari a Capra (amicizia, anticapitalismo feroce, solidarietà, affrancamento dalla schiavitù di un lavoro alienante, difesa dei diritti dei poveri, degli emarginati e dei derelitti: la solita robetta, insomma).

Temi per nulla invecchiati, tantomeno superati, purtroppo, bensì attualissimi e trattati con la consueta granitica levità che contraddistingue questo straordinario regista.

  

Preludio di una fruttuosa collaborazione fra Stewart e il regista italiano naturalizzato statunitense, il film presenta molte altre analogie rispetto a quello che verrà girato, quasi un decennio più tardi, nel 1946: Sycamore, in questo caso, non è il nome di una via ma quello della famiglia di lei, il corvo addomesticato volteggia già da una spalla all'altra del proprio padrone e la musica e la danza hanno anche qui un ruolo importante, così come l'accendisigari dei desideri di George Bailey.

L'unica sostanziale differenza rispetto a “La vita è meravigliosa” è che qui Dio non esiste, piuttosto c'è un esplicito riferimento alla rivoluzione russa.

Evidentemente, pur attraversando un periodo estremamente difficile, Capra non avverte ancora la necessità di un miracolo per superarlo; né aveva ancora vissuto, in prima persona, gli orrori della guerra.

 

Quando ci si appresta alla visione di pellicole tanto datate, bisogna sempre tenere presente in quale contesto storico esse sono state prodotte. In questo caso ci troviamo nel 1938, gli Stati Uniti e l'Europa stanno affrontando una crisi economica, sociale, culturale e politica devastante; crisi che infatti sfocerà, di lì a pochissimo, nella seconda guerra mondiale. Non a caso, il doppiaggio italofascista stravolge letteralmente interi dialoghi rendendoli fuorvianti, banali e stupidi, se non del tutto incomprensibili.

Particolarmente apprezzabili in lingua originale sono infatti i numerosi duetti che fanno da contrappunto all'intero film.

 

Così come i divertenti siparietti.

http://youtu.be/0WY9RAroTS0

 

Certo, gli ultimi 5/10 minuti sono la classica concessione a Hollywood con l'inevitabile happy ending, però, se teniamo presente che proprio in quei mesi, in quei giorni, si stava tentando in tutti i modi di scongiurare una guerra che sarebbe costata ben venti milioni di vite, portando un certo Adolf Hitler a più miti consigli, la speranza di un ravvedimento dell'ultimo minuto della peggior feccia dell'umanità non poteva e non doveva essere disillusa.

Altro che “bonaria morale”.

 

Vecchio, zuccheroso e insensatamente ottimista”?

Sempliciotto e semplicistico”?

Archeologia cinematografica”?

Ce ne fossero oggi di film così volutamente espliciti e straordinariamente coraggiosi.

Anche solo lontanamente.

Purtroppo, invece, perché torni un certo modo di fare Cinema ci vorrebbe, in questo caso sì, un miracolo. 

 

 

 

 

 

 

 

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