Regia di Frank Capra vedi scheda film
Capra con la leggerezza del suo tocco magico di narratore di fiabe moderne demolisce il culto del successo a tutti i costi, perché il denaro aprirà molte porte , ma ne chiude altrettante: il segreto della felicità si ritrova piuttosto nei valori della solidarietà e dell'amicizia.
Il banchiere milionario Anthony P. Kirby coltiva uno spregiudicato progetto di espansione immobiliare che gli servirà a strangolare finanziariamente un concorrente per diventare monopolista. Il piano è inaspettatamente ostacolato da un ostinato vecchietto, nonno Vanderhof , che per ragioni sentimentali non accetta di vendere la sua casa nemmeno di fronte alle offerte più allettanti. Il figlio Tony, da sempre poco interessato agli affari paterni, si innamora della sua segretaria Alice Sycamore , che altri non è che la nipote dell'anziano Vanderhof e convive in quella casa con la grande stramba famiglia composta da simpatici mattacchioni dediti ai loro disparati hobby ed aspirazioni artistiche , indifferenti alle sirene del carrierismo e dell'arricchimento. Il magnate e soprattutto la sua consorte snob inorridiscono alla prospettiva di imparentarsi con tale clan di svitati socialmente impresentabili, ed una disastrosa visita ai possibili consuoceri che si conclude addirittura in prigione non può che peggiorare la situazione. Ma siamo in un film di Frank Capra, e la vita saprà dimostrare agli arroganti convinti che i soldi li rendano onnipotenti che la strada che stanno percorrendo non è quella giusta....
Capra in quest'opera tratta da un vaudeville di Broadway e premiata agli Oscar del 1938 demolisce il culto del successo attaccando il capitalismo feroce di Wall Street, perché il denaro aprirà molte porte , ma ne chiude altrettante, non solo quella dell'empatia verso il prossimo , ma anche quella della realizzazione personale secondo la propria natura e aspirazioni , facendo perdere di vista quel che veramente conta nella vita. Per l'autore il segreto della felicità si ritrova piuttosto nei valori della solidarietà umana e familiare e dell'amicizia disinteressata, e non certo nell'avidità e nella competizione spietata del capitalismo sfrenato, perché come recita il titolo originale “you can't take it with you”, quando muori il denaro che hai accumulato non te lo puoi portare nella tomba.
La morale è veicolata con leggerezza per mezzo di una commedia piena di verve e ironia, ricca di battute e gag divertenti che vedono protagonisti soprattutto i Vanderhof/Sycamore, adorabilmente strambi senza farsi alcun complesso: l'aspirante ballerina con il marito suonatore di xilofono, il maestro di danza russo, la madre pittrice dilettante, l'inventore di giocattoli e maschere, il fabbricante senza licenza di fuochi d'artificio. Ma anche la sprezzante moglie di Kirby, perennamene indignata e soggetta a frequenti svenimenti, strappa diverse risate.
Il film è soffuso dal Capra's touch, il tocco magico da narratore di fiabe ottimistiche contemporanee, un tocco di grazia che per me lo assolve in pieno dall'accusa che ha spesso ricevuto di girare film buonisti e consolatori : se il tragitto verso l'immancabile lieto fine in cui trionfano i suoi valori è segnato fin dall'inizio, l'autore ci conduce alla meta intrattenendoci e commuovendoci con grandi capacità di messinscena.
In buona parte ambientata nella confusionaria e vitale casa dei Vanderhof/Sycamore, le pellicola rivela anche la maestria registica di Frank Capra nelle scene corali, con una moltitudine di personaggi in movimento che affollano le inquadrature. Tra le scene da antologia l'incantevole ballo al parco con i bambini musicanti, quella da slapstick comedy al ristorante di lusso, la spassosa visita inattesa degli attoniti Kirby a casa della fidanzata del figlio, le scoppiettanti sequenze in cella e al tribunale , il duetto tra capofamiglia al ritmo dell'armonica a bocca.
Tra gli interpreti spiccano i giovani divi James Stewart e Jean Arthur (la coppia innamorata) e certamente i due patriarchi: Edward Arnold è il milionario Kirby, impegnato in memorabili duetti con un grande Lionel Barrymore (il nonno Vanderhof), in stampelle perché colpito da attacchi di artrosi , con la sua invalidità inclusa nella sceneggiatura.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta