Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film
Film che da ragazzino adoravo come una vera e propria divinita', vista la grande passione che avevo per gli spaghetti-western, anche se rivisto oggi DJANGO e' una pellicola non esente da limiti e difetti. All'epoca fu senz'altro un vero e proprio "scossone", grazie a un personaggio con caratteristiche a dir poco funeree, che si ispirava ai pistoleri Leoniani, poche parole e molto cinismo, e a un'ambientazione decadente, tetra e gotica, con un villaggio fantasma freddo e fangoso. Spunta fuori anche la mitragliatrice, che si sostituisce alla piu' tradizionale Colt, una banda di ex-sodati confederati animati da un profondo odio xenofobo, un buon ritmo e un paio di belle scene, in primis quella del duello finale al cimitero. I limiti consistono, come nella maggior parte dei western nostrani, in personaggi convenzionali e senza alcun spessore psicologico, animati solo dall'istinto di uccidere e vendicarsi, e da situazioni violente che sfiorano il delirio. Pellicola comunque all'avanguardia per l'epoca, che lancera' l'inespressivo Franco Nero allo status di star del cinema popolare italiano e Sergio Corbucci come uno dei piu'attivi registi di western-spaghetti. Piacque cosi' tanto agli americani che mi risulta che una copia del film faccia bella mostra al museo d'arte moderna di New York. Verranno girati un'infinita' di titoli apocrifi, quelli piu' in linea con la pellicola di Corbucci sembrano essere PREPARATI LA BARA, una sorta di remake uscito un paio di anni dopo e diretto da Ferdinando Baldi, e il goticissimo DJANGO IL BASTARDO di Sergio Garrone del 1970. Nel 1987 Nello Rossati girera' un sequel ufficiale di modesta fattura, DJANGO 2-IL GRANDE RITORNO, sempre con Franco Nero nei panni del temibile pistolero "mitragliatore". Mi sembra inutile citare il celebre (e sopravvalutato) omaggio di Quentin Tarantino con DJANGO UNCHAINED.
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