Regia di Freddie Francis vedi scheda film
Come sempre Freddie Francis riesce ad imbastire un film intrigante con relativamente pochi mezzi. Quindi è un regista che mostra capacità tecniche e intelligenza, oltre che una grande creatività. Il punto di forza del film è probabilmente l'atmosfera di ambiguità che egli costruisce tra i personaggi, perché ve ne sono almeno tre che sono piuttosto misteriosi e indecifrabili: l'apicoltore e sua moglie, legati da un rapporto carico di tensioni, e poi il suo vicino. Questo, più la minaccia delle api, ed ecco che ci si trova con un buon grado di suspense. Alcune scene sono un po' impressionanti, più per quello che ci si immagina che per quello che si vede. Cosa si deve provare, infatti, a venir punti da una miriade di api contemporaneamente? Una sola inquadratura fa impressione di per sé, cioè la visione con la lente di un'ape che punge veramente la pelle di una persona (chi si sarà prestato?).
Io non mi spingerei troppo in letture metaforiche come si può fare per il parente famoso di questo film, cioè "Gli uccelli" di Hitchcock. Qui mi pare che il gioco sia più fine a se stesso, benché ben gestito. Se mai, si può fare qualche riflessione sulla mania di grandezza di certi scienziati, e sul loro avventurarsi in esperimenti di cui non sono in grado di controllare gli effetti (e che magari già nelle intenzioni hanno il fine di nuocere).
In generale è un film che tiene desta l'attenzione, tiene sulle spine (o sui pungilioni...), e che non dovrebbe scontentare gli amanti dell'horror anni '60.
Il titolo italiano è campato per aria: come si può mettere i gabbiani nel titolo di un film dove non si vedono, non si nominano, ma anzi si parla quasi solo di api? E la locandina fa ancora peggio, perché fa pensare a un qualche maniaco, magari sessuale (che non c'è).
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