Regia di Lawrence Kasdan vedi scheda film
Un titolo che già da solo descrive una sensazione, quella più preziosa ed ambita: il piacere, il desiderio. E qui ha le fattezze di un'iconica, indimenticabile Kathleen Turner, abilissima manipolatrice/tentatrice, ai danni di un incauto, quanto strepitoso William Hurt Accoppiata memorabile diretti da Kasdan, e non sarà l'ultimo. Voto 8 ©®™
Un titolo che già da solo descrive una sensazione, quella più preziosa ed ambita: il piacere, il desiderio.
E qui ha le fattezze di una iconica, indimenticabile Kathleen Turner, abilissima manipolatrice di sensazioni e sentimenti pure, ai danni di un incauto quanto strepitoso William Hurt.
Film che si ricorda nel tempo, una di quelle opere che, insieme ad almeno altre due, contribuirono a consegnare il regista Lawrence Kasdan alla memoria cinefila mondiale. (“il grande freddo”, una di quelle sceneggiature più imitate e sfruttate).
Se mi è permesso un disappunto, lo spenderei per sottolineare il montaggio che ho trovato un poco sconclusionato nelle scene immediatamente seguenti l’omicidio. Forse che la cosa sia voluta? Come a sottolineare lo stato confusionale dell’amante omicida che da subito perde la freddezza di cui pareva tanto certo, e comincia a farsi prendere – no, non dai sensi di colpa, non è il tipo l’avvocato Racine, ma piuttosto dai dubbi sulla donna: coinvolto com’è a livello sessuale, si avvede di non esser lucido nel giudicare la sua languida, algida e famelica complice.
Apprezzo ed approvo invece, il salto di sceneggiatura voluto, e il colpo di scena che ne deriva, in merito alla lettura del testamento, dove scopriamo che l’astuta vedova, è riuscita a modificare il testamento falsificando i documenti dell’ignaro avvocato nonché complice.
Come pure sarà un altro colpo di scena, come da consuetudine – o scuola, dipende – a chiudere il film, in stallo: la trama ci lascia nel dubbio, anzi, nella speranza che qualcuno possa ritrovare quegli occhiali.
William Hurt e Kathleen Turner, si ritroveranno poi nell’altra opera, quasi consecutiva nella cronologia del doppiamente bravo Kasdan: “Turista per caso”.
E poi... si potrebbe star qui un’ora a descrivere il fascino tremendamente sensuale della protagonista quale, in passato seppe conceder anche più con quel suo evocativo ruolo in “China blue” grazie al quale si ritrovò sotto le luci della ribalta – e non sarà l’ultima volta che offrirà a favor di camera – con o senza “tele” – le sue grazie... qui vere protagoniste in uno dei suoi primi grandi successi... che saranno tanti prima di consegnarsi all’oblio professionale; giusto qualche comparsata in alcune sit-com, pur sempre di rilevanza mondiale, certo, (vedi “Friends”) ma saranno più di vent’anni che non la si ritrova in un bel film, dopo il tristemente noto crollo fisico.
E temo che non accadrà mai più.
Mentre il suo illustre collega, meritevole anche di un oscar e di qualche nomination, ci ha lasciati l’anno scorso, dopo un’invidiabile carriera che ha consegnato alla cinematografia mondiale più d’un ruolo memorabile, dal drammatico al noir, cedendo pure all’action un paio di volte, e la divisa sapeva portarla anche bene.
Ma spenderemo solo pochi minuti per accennare alla bellissima fotografia “seppiata”, che ben rende l’afa, l’umido che traspare dalle immagini, quasi tutte sudate nella gaudenza dell’eros fatale.
Buoni i volti – e ruoli – complementari; da Richard Crenna – l’enigmatico e losco marito, e Mickey Rourke, ex galeotto e futuro sex-symbol da li a poco, passando per un Ted Danson danzante – e corvino: credevo fosse brizzolato di nascita. ;-)
Un titolo che già da solo descrive una sensazione, quella più preziosa ed ambita: il piacere, il desiderio.
E qui ha le fattezze di una iconica, indimenticabile Kathleen Turner, abilissima manipolatrice di sensazioni e sentimenti pure, ai danni di un incauto quanto strepitoso William Hurt.
Un noir, non un erotico, come qualcuno lo ha voluto etichettare, erroneamente, qualche profano, tratto sicuramente in inganno dalla seducente Kathleen Turner.
Voto 8 (e mezzo – per la fama)
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