Regia di Jerry Lewis vedi scheda film
the patsy è il tonto, il sempliciotto o anche il capro espiatorio. jerry lewis è the patsy stanley bell, che alla morte di un noto commediante viene trascinato dalla sua squadra di inventa divi(a cui tra l'altro ha insegnato tutto lui), nel gorgo di hollywood. il richiamo al fellinianismo nel titolo italiano è dovuto al fatto che nel film si parla del mondo dell'industria cinematografica dal di dentro, da chi quell'industria la conosce bene e può dire due o tre cose di lei. lo dice lo stesso jerry lewis nel finale dopo che ha finto di precipitare dal cornicione di un palazzo. è tutta finzione, non può morire perchè dietro il cornicione finto non c'è altezza, è uno studio e ci sono i cavi delle lampade e comunque lui non può morire perchè deve fare altri film. il modo di interpretare degli ingenuotti che si ribellano quando una persona in particolare apparentemente lo tradisce o dubita di lui, fa di stanley bell e di the patsy un uomo semplice che chiede solo di vivere come sta vivendo , salvo poi tirare fuori unghie e capacità in una maniera totalmente inaspettata e anche un pò schizzoide. dictionarist mi propone come significati anche pazzoide e sfruttatore, e non per niente alla fine stanley bell nel suo bipolarismo latente, sembra preferire il suo lato da dr jerryll, spiegando per filo e per segno a color che credevano di aver sfruttato biecamente il tonto stanley bell, che d'ora in avanti le cose andranno altrimenti. detto questo, e premesso che era una delle mie visioni classiche quando ero più giovane tutte le volte che lo trasmettevano in tv, che ci sono dei momenti che fa veramente ridere a crepapelle, da tenersi lo stomaco proprio. siccome sky dava sia l'opzione della lingua originale, ma soprattutto dei sottotitoli in italiano, me lo sono anche guardato in lingua originale. e quindi tutta la preparazione iniziale è da antologia. la vestizione e la svestizione per la seduta dal barbiere, con la lozione spalmata sui capelli e stanley che tenta di fumare la sigaretta. la lezione dal maestro di canto prof muller(hans conried)rimane mitica, la registrazione del brano musicale che lo dovrà lanciare e la scoperta dell'identità delle coriste che sembra la scoperta del dettaglio sciocco ma importante di qualsiasi film giallo a venire. insomma la comicità fisica e vocale da bambinone di jerry lewis in "the patsy" funziona alla perfezione e ha anche il pregio di non annoiare mai nei suoi novanta minuti pieni zeppi di inventiva e di gags. tutti gli attori che fanno da spalla a jerry lewis sono di pregio. dagli sconosciuti in italia phil harris e ina balin, ai più conosciuti everett sloane, keenan wynn e hans conried sino alla icone peter lorre e john carradine. jerry lewis dirige una satira sul mondo dell'industria cinematografica in cui sembra inevitabilmente lasciar trasparire il suo intento di essere sfruttatore e sfruttato in un ambiente in cui la linea che separa la fama dall'infamia è così sottile e pericolosa da poterci ridere sopra con un film per famiglie.
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