Regia di Toni Secchi vedi scheda film
Un bandito e suo padre devono scortare un ingente bottino d'oro che fa gola a tanti: fuorilegge, messicani, indiani... Naturalmente il cammino del prezioso carico sarà costellato di brutti incontri, fino alla sorpresa finale.
Antonio Secchi era stato un buon direttore della fotografia nel quindicennio precedente questo esordio registico; aveva lavorato con i fratelli Taviani, il primissimo Avati, Lizzani, Damiani e, in questi ultimi due casi in particolare, nel campo dello spaghetti western (rispettivamente: Un fiume di dollari e Quien sabe?). Naturale quindi che, dovendo debuttare dietro la macchina da presa, il Nostro abbia scelto di portare sul grande schermo un prodottino di questo stampo: un western all'italiana con cast decisamente valido e atmosfera ridanciana come imponeva la moda di quel periodo, suggerita dai successi dei film con protagonisti Bud Spencer & Terence Hill. A disposizione di Secchi qui ci sono Philippe Leroy, Keenan Wynn, Franco Fabrizi, Mimmo Palmara, Scott Holden, Nello Pazzafini e Remo Capitani; la sceneggiatura è firmata da Mario Amendola, Massimo Franciosa, Luisa Montagnana e dal regista, che si firma Toni Secchi. La storia è un bel po' frivola, colma di gag barzellettistiche e di personaggi sopra le righe, scadendo in certi momenti nel più evidente demenziale: sfumatura che non coglie quasi mai nel segno. Colonna sonora insapore di Franco Micalizzi, il cui ultimo lavoro per il cinema era stato proprio quello per Lo chiamavano Trinità, due anni prima. 2,5/10.
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