Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Raccontare la guerra non è cosa da poco. Nel sempre più standardizzato mondo del cinema ci sono capolavori, autentiche ciofeche e film che nonostante una ricercata originalità anticonformista, stentano a raggiungere la sufficienza. "La grande guerra" di Monicelli è uno di quelli, anche se il giudizio "universalmente più che positivo" che gli viene spesso imposto non corrisponda affatto alla reale verità.. Gli ideali etici riguardo ai conflitti bellici "dell'Italietta" di quel tempo sono equivalenti in paragone approssimativo a quelli di oggi, ma del tutto fuori logica con una buona rappresentazione tematica.. Insomma se si vuol fare un film di guerra come si deve non bisogna prendersi troppe libertà, la storia necessita di essere raccontata per quella che è stata. E anche se il secondo conflitto mondiale e la dittatura furono una completa disfatta e motivo di grande vergogna per il popolo italiano e la nazione, forse il regista avrebbe dovuto ricordarsi che stava girando un film sulla guerra del 15/18. Ascoltare la recitazione di un Alberto Sordi sornione e molto spesso sopra "le righe", che nel bel mezzo di una furiosa guerra di trincea esclama stupito e terrorizzato: ammazza come sparano questi aho! Questi son matti aho! Fa quanto meno sorridere. Perchè si ha l'impressione che il film viri su lidi di un buonismo pacifista indotto dalla società "no war" del dopoguerra, che si incastra poco o per nulla con la cruda realtà dei conflitti bellici. Per non parlare poi, alle volte, di un umorismo del tutto sbagliato che fa storcere ancora di più il naso. Mi riferisco alla buffonata dissacrante della contesa di una gallina da parte delle due fazioni militari.. Una scena, questa, che forse più di tutte fece infuriare la polemica, infatti le varie associazioni d'arma non tardarono a prendere posizione. Rivendicando le proprie accuse sul contenuto del film ispirato a motivi offensivi al rispetto patriottico. Beh secondo me non ne avevano tutti torti.. Oltre a questo non è che di guerra ce ne sia molta raccontata nell'opera di Monicelli. Indubbiamente il film dà il meglio di se nel finale originale e determinante che trova la sua forza espressiva immutabile nel tempo, un finale veramente molto ben studiato.. La storia de "La Grande Guerra" sostanzialmente è semplice: racconta le gesta antieroiche dei due protagonisti. Oreste Jacovacci ovvero il già citato Albertone e il milanese Giovanni Busacca (Vittorio Gassman), due soldati lavativi che tentano in tutti i modi possibili di evitare il fronte. Il primo scaltro, imbroglione e pavido, il secondo ingenuo, illuso e romantico.. In ogni modo va comunque riconosciuta al film una sperimentazione "azzardatrice", quanto meno per l'epoca, che sapeva coniugare benino la commedia con la tragedia unendole come faccia della stessa medaglia, riscrivendo parzialmente i canoni del genere stesso. Purtroppo solo parzialmente, perchè questo particolare aspetto agisce come un'arma a doppio taglio indirizzando il film in una direzione alle volte demenziale che cozza con la reale drammaticità degli eventi della guerra. Nonostante il film abbia vinto numerosi premi fra cui il Leone d'oro al Festival di Venezia, non lo ritengo un gran capolavoro. Ottime comunque le ricostruzioni delle location storiche.
5/10
Sistema di valutazione brevettato Thrombeldimbar: 0-1/10 è un voto molto raro da assegnare perchè oltre la completa inguardabilità dell'opera presa in esame, a compromettere ancora di più tale giudizio c'è il fattore tempo. Es. Una latrina di film che ha una durata che supera i 160 minuti o giù di lì. Voglio ricordarvi che il tempo è vitale per ogni essere vivente.. Cerchiamo almeno di utilizzarlo al meglio. 1/10 Come la precedente valutazione con la differenza di una durata più contenuta. 2-1/10 Nel film non si salva nulla intendiamoci, tranne forse un barlume di originalità o qualche effettuccio visivo, qualche inquadratura ben fatta. Sono anche quelle tipologie di film, abbinate ovviamente a quelle precedentemente citate, che mi fanno in******re come una bestia.. 2/10 o 2-3/10 gravemente insufficiente. 3/10 Tanti gli aggettivi: brutto, "nerdconvenzionale", presuntuoso, guazzabuglio, incomprensibile, senza senso, noioso, comunque diciamo che il termine giusto è "fa schifo". 3-4/10 o 4/10 Molto scarso, scarso, 4-5/10 o 5/10 "dilettantistico". 5-6/10 o 6/10 Appena sufficiente, sufficienza piena. 6-7/10 Più che sufficiente, 7/10 o 7-8/10 gran bel film, un classico. 8/10 o 8-9/10 Si tratta ovviamente di un'opera senzazionale da non perdere non buona ma ottima. 9/10 Corrisponde alla valutazione del capolavoro e il 9-10/10 a quella del capolavoro assoluto. Il 10/10 non si dà mai in quanto la perfezione non è un valore che ci è permesso comprendere.
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