Regia di Jean Herman vedi scheda film
E' un buon film, tutto sommato originale, che prende qualcosa da Melville e da Becker, ma lo fa con intelligenza e senza scopiazzare. I due attori funzionano bene, e il regista gestisce bene anche la lunga sequenza dell'apertura della cassaforte, che avviene quasi senza dialoghi. Anzi, secondo me un regista che sa condurre bene lunghe sequenze non parlate vuol dire necessariamente che è bravo. In Italia però, all'epoca, pensarono bene di tagliare quelle scene, perché probabilmente le ritenevano noiose. Dalla rivalità i due finiscono per arrivare ad una ruvida ma fedele amicizia, anche perché credono entrambi nel dovere di rispettare la parola data e al valore della gratitudine. Insomma sono meno carogne di quanto sembrano, soprattutto meno di altri personaggi del film. Sono poi dei veri duri, e piuttosto scaltri, che però finiscono per essere fregati un po' da tutti. A questo proposito il personaggio della segretaria mette veramente i brividi.
Non è un capolavoro, ma un film ben gestito e avvincente.
Il finale cambierei. E' proprio sciocco e banale. Non si capisce se sia surreale, cinico, ermetico. In ogni caso è un pugno nell'occhio (e nell'orecchio) dopo un bel film.
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