Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film
Raffaella Pavoni Lanzetti è una ricca borghese con la puzza sotto il naso. Durante le vacanze estive, insieme al marito e ad alcuni amici, decidono di fare una crociera nel mediterraneo; durante tutto il soggiorno non perde occasione di snobbare e criticare l’equipaggio di cui fa parte anche Gennarino Carunchio, un rude siciliano con inclinazioni comuniste. Quando i due si troveranno soli su un’isola deserta, tappa salvifica dopo un naufragio, l’uomo troverà il modo di vendicarsi.
Lina Wertmüller ha fatto della satira estrema, oltre misura, il suo marchio di fabbrica. In questa, che può essere definita una delle sue pellicole migliori, sembra non avere filtri né mezze misure. Si scaglia con ogni mezzo possibile contro i borghesi e il loro becero snobbismo; lo fa in modo concreto attraverso la figura di Gennarino incapace di sottostare ai comandi degli oziosi “padroni”, che mugugna improperi, neanche troppo silenziosi, ad ogni ordine.
Senza dubbio il connubio Melato-Giannini è il punto forte dell’intera pellicola. Ho forti dubbi sulla riuscita del film se questo fosse stato interpretati da altri. L’austero carattere di Raffaella Pavoni Lanzetti viene accentuato magistralmente dall’interpretazione della Mariangela Melato capace, con nonchalance e credibilità di dare vita ad un personaggio superficiale e odioso; Giancarlo Giannini, che cela la sua immane bellezza dietro la caratterizzazione di un trasandato, seppur fascinoso, Gennarino diventa iconico fin dalle prime scene quando ribattezza la Pavoni Lanzetti “buttana industriale”, soprannome che più volte ritornerà durante tutta la pellicola, più per smorzare i toni altrimenti polemici e in parte drammatici che per altro. L’intento della Wertmüller è ricordarci, ogni volta che ne ha l’occasione, che si tratta sempre e comunque di una commedia.
Altro elemento di indubbia fascinazione è l’ambientazione sarda, con quelle sue spiagge immacolate e quel mare cristallino (uno dei posti che da sempre porto nel cuore), riesce ad accrescere la bellezza di un film coinvolgente; una piacevole visione che, seppur prolissa in alcune scene che potevano essere ridotte, possiede un fascino proprio solo dei film della regista romana.
Come di consueto, neanche in questa pellicola della Wertmüller manca la vena poetica, il risvolto sentimentale e profondo. L’amore ci viene raccontato assoluto, eppure così differente tra chi perpetra la ricchezza e chi la povertà. Se Raffaella Pavoni Lanzetti è incapace di rinunciare al benessere ottenuto, Gennarino dimostra di essere disposto a tutto pur di alimentare il loro (apparente) amore. “Mare traditore, che mi fosti amico un tempo e poi mi camminasti sopra il cuore” sono i versi che un deluso Gennarino dedica al mare, portatore di avventure e sventure nella sua vita. Non manca mai quel tono lievemente nostalgico che permettono alla pellicola di imprimersi nei cuori romantici. Una scoperta, tardiva ma molto gradita.
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