Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film
L'imprenditrice milanese Raffella Pavone Lanzetti, dal fare snob e dichiaratamente anticomunista, si concede una crociera nel Mar Mediterraneo, a bordo di uno yacht, insieme ad alcuni, altrettanto ricchi, amici. Fa parte dell'equipaggio il siciliano Gennarino Carunchio, uomo all'antica, di popolo, il quale non prova la minima simpatia per la spensierata compagnia che assiste durante la navigazione. Avendo necessità di portare a casa la pagnotta, tuttavia, fa buon viso a cattivo gioco. Un giorno, la capricciosa Raffaella gli ordina di condurla con un canotto presso alcune grotte, ove il resto del gruppo sta facendo il bagno. Il motore della piccola imbarcazione si ferma ed i due, in balia delle correnti, giungono presso un'isola deserta, ma ricca di ogni risorsa che la natura è in grado di fornire. In quel contesto, censo e "classe" perdono significato. Gennarino è in grado di sopravvivere nell'ambiente selvaggio, Raffaella no. Pertanto l'uomo ha l'occasione di prendersi una dura rivincita. Lina Wertmuller dirige un'ottimo film d'avventura e sentimento, con toni a tratti di commedia, a tratti di dramma. La regista tratteggia con eccezionale nitidezza i due protagonisti, rappresentanti ciascuno di una classe sociale in naturale contrapposizione l'una all'altra. La loquace Raffaella, alto-borghese, esibisce il proprio benessere e le proprie idee sociali e politiche con una tale evidenza da rendersi invisa al marinaio Gennarino, un proletario, maschio taciturno, abituato ai lavori pesanti e legato alle tradizioni, costantemente scandalizzato dal libertinaggio e dalla "leggerezza" dei ricchi. Nel momento in cui il marinaio comprende che i due si trovano su un'isola deserta, sulla quale potrebbero rimanere anche anni, scatena il suo livore represso contro Raffaella, la quale, peccando in eccesiva sicurezza, non comprende di essere, se non altro per debolezza fisica, alla mercè della natura e dell'uomo. Gennarino, dunque, stabilisce le nuove gerarchie secondo la propria scala di valori. Raffaella, essendo donna, è destinata alla cura del "focolare domestico"; essendo ricca, è vittima di pesanti umiliazioni che l'uomo non ha scrupoli nell'infliggerle, per spirito di vendetta; essendo bella, è oggetto di profonde attenzioni da parte di Gennarino. Circa quest'ultimo aspetto, Raffaella è molto abile nello spingere l'uomo ad invaghirsi di lei. Ella lo stuzzica ostentando un rifiuto nei suoi confronti, anche in virtù della sua estrazione sociale. Da queste dinamiche, di pura attrazione fisica, sboccia il sentimento; il rapporto tra i due si assesta e si consolida. Liberi dai vincoli posti dalle classi sociali di provenienza, Gennarino e Raffaella, vivono un fantastico periodo di amore e dolcezza, arrivando a non segnalare la loro presenza all'equipaggio di un natante in transitano nei pressi dell'isola. Tutto ciò è troppo bello per poter durare; Gennarino, ad un certo momento, inizia a dubitare della sincerità del sentimento di Raffella, e, al successivo passaggio di un'imbarcazione, richiama l'attenzione dei naviganti. Immediatamente tornati sulla terraferma, il sogno finisce, ognuno è "riassorbito" nel proprio contesto di origine. Raffaella circondata da amici e dal marito, che ritiene di poter liquidare le attenzioni di Gennarino con una buona somma di denaro; il marinaio è accolto con calore dalla chiassosa moglie, ma non ha alcuna voglia di tornare con lei. Gennarino proprone dunque a Raffaella, una fuga, il ritorno sull'isola, una nuova immersione nel sogno. Ma la donna, benchè innamorata, non dà riscontro positivo. A Gennarino non rimane che riprendere, tra le urla della moglie, consapevole del tradimento, il proprio precedente posto nella società. Eccezionali prestazioni per gli interpreti dei protagonisti; Mariangela Melato è Raffaella, Giancarlo Giannini è Gennarino. Il ritmo del film è lento; i dialoghi (o ... monologhi) tra i due - molto curati - con accenti e termini legati alle regioni di origine sono fitti e piacevoli da seguire. Ampio spazio è concesso alle sequenze che mostrano l'isola deserta (in realtà, coste della Sardegna). Alla regista preme evidenziare l'influenza, ma anche la futilità, dei condizionamenti imposti da ideologie e visioni del mondo. Nessuna delle due sembra essere migliore dell'altra. La ricca imprenditrice lombarda è un'aggressiva sostenitrice della disparità sociale, ma è anche progressista, emancipata. Il cupo marinaio siciliano ha interesse nel sostenere principi equalitari, in parte riconducibili al comunismo; contemporaneamente, non ha scrupoli nel far prevalere, in nome di risalente tradizione nei rapporti uomo-donna, dinamiche di prevalenza della forza. In sintesi, ognuno fa i propri interessi entro le possibilità concesse dal contesto. Senza condizionamenti si vivrebbe molto meglio, ma sembra che non sia possibile. Una prospettiva non ottimista, ma, di certo, realistica. Ho molto apprezzato il film, sia per le idee espresse, sia per la recitazione, sia per la colonna sonora, curata da Piero Piccioni, sia per le splendide "locations".
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta