Regia di Ciccio Ingrassia vedi scheda film
Primo (dei due) film con Ciccio alla regia, che punta sull'amico-nemico storico come protagonista. Per sè il regista-sceneggiatore (con Marino Onorati) si riserva una particina minuscola, nonchè il ruolo della voce del padre Paolo il caldo, spesso presente, vera e propria coscienza del protagonista. L'esperimento parzialmente riesce e infatti l'anno seguente Ingrassia ci riproverà con L'esorciccio (in cui però Franchi non solo non c'è, ma viene pure sbeffeggiato in una scena da un imitatore); la storia è largamente più sviluppata del prodotto medio della coppia siciliana e, nonostante qualche gag dozzinale, vive di vita propria senza rifarsi se non per il soggetto di partenza al film di Vicario dell'anno precedente (e quindi al romanzo di Brancati da cui era tratto). Paolo il freddo è tutt'altro: è la storia di un uomo cresciuto nei probi e strettissimi insegnamenti paterni, che però appena scopre il vero mondo non esita a volerne godere. Bella la scelta dei flashback che alternano Paolo (il freddo) adulto a Paolo bambino sul letto di morte del padre, che scandiscono le varie tappe dell'emancipazione del protagonista dalle catene morali del genitore. Musiche da non sottovalutare, curate da Franco Godi (buon autore e, più tardi, pure produttore). Significativa infine l'idea di Ingrassia di interpretare un mago, ruolo da sempre simbolicamente vicino, nel cinema, a quello del regista-creatore: che sia una scelta voluta o meno, è decisamente azzeccata.
Paolo il caldo, noto playboy, in punto di morte fa promettere al figlio Paolo il freddo di non immischiarsi con le donne e lavorare sodo. Il ragazzo cresce in un convento, poi trova ospitalità nel bordello della zia: ma riesce comunque a mantenersi puro. Va quindi a vivere da solo, trova lavoro come camieriere e quindi conosce le tentazioni...
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