Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
In bilico fra l'esercizio di stile leziosetto e il grande cinema claustrofobico-psicologico. Una delle tappe più interessanti e sorprendenti di Tornatore. 7 CALCOLATO
Uno dei titoli più apprezzati di Tornatore, perché? Il meccanismo narrativo pur complesso e lezioso regge ma sopratutto affascina il gioco al massacro gestito alla grande dalla regia e dagli interpreti. Superando il pericolo spoiler si deve accettare il fatto che per apprezzare questo film bisogna metabolizzare il finale che ne è la sublimazione o la presa in giro conclusiva (dipende dai punti di vista!). Certo la chiusura è rivelatrice e il film vive di e per essa portando i livelli del racconto dai diversi piani temporali e 'dimensionali' ad un unico atto definitivo. Gli indizi sparsi nella storia si materializzano risolvendo l'enigma sfruttando materiali cinematografici classici come il montaggio alternato e serrato dei ricordi (sottoforma di flash) e il campo/controcampo nel duello attoriale. Attori super in parte, magnifiche pedine di un gioco d'autore dalle sbavature accettabili di autocompiacimento ed esercizio di stile fine a se stesso ( non una novità per Tornatore...), godendosi un climax ineccepibile ed una serie di 'ahh ecco perché!' 'adesso ho capito!' 'che casino!' praticamente senza fine. Il regista punta alto fra Kafka e il dramma claustrofobico/psicologico, tutto giocato in un paio di sets. Onanismo sterille? Boh, però in fondo in fondo Una Pura Formalità mi ha intrigato!
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