Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
Un uomo corre solo in una notte piovosa. La polizia lo ferma, lo porta al commissariato e lo sottopone a un serrato interrogatorio. Il fermato si chiama Onoff (Depardieu), è un notissimo scrittore e l'inquirente che lo interroga (Polanski), in uno stanzone poco illuminato e nel quale filtra acqua da tutte le parti, conosce le sue opere a memoria. Onoff è il responsabile dell'omicidio della persona ritrovata vicino al suo casale? Per oltre un'ora Tornatore ci fa credere di trovarci di fronte a qualche torbido thriller: ma è il titolo del film (che allude tanto alla pratica giudiziaria quanto all'aspetto filmico dell'esercizio di stile) e il nome del protagonista (On-off, a segnalare l'intermittenza, lo spegnimento della memoria, l'intricato labirinto dei ricordi) a condurci in una dimensione onirica e parapsicologica che fa leggere il film come il racconto di un incubo dovuto a una crisi creativa.
Quella di un film basato su Una pura formalità, nel quale l'aspetto estetizzante prevale nettamente sul resto, è la scappatoia che Tornatore imbocca dopo il mezzo passo falso di Stanno tutti bene e l'episodio di La domenica specialmente. Una pura formalità è soprattutto una impressionante prova d'attori arricchita con un virtuosismo figurativo per il quale Tornatore ha pochi rivali in Italia. Simbolismi, colori lividi, espliciti richiami kafkiani, il pendolo narrativo che si muove di continuo tra immaginazione e realtà sono elementi che contribuiscono a dare enfasi alla suspense, che finisce però col perdersi nell'ultima mezz'ora.
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