Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
E' un piccolo gioiello questo grande film di Tornatore moooolto bravo nel risolvere le insidie che nasconde un film ambientato prevalentemente in un luogo chiuso ed incentrato sul dialogo serrato basta pensare in tal senso alla miriade di frames e flashback sparsi per tutto il racconto che però non servono a svilupparlo ma se mai a complicarlo ed arricchirlo, solo verso la fine i ricordi del misterioso Onoff si faranno più comprensibili ed anche più visibili all'occhio umano.
Lo aiutano alla grande anche Polansky nel ruolo dell'ispettore colto e zelante e soprattutto Depardieu veramente perfetto in un ruolo che richiedeva non solo la sua stazza fisica ma anche una certa vigoria atletica visto che Onoff viene percosso ed immobilizzato in varie circostanze ed in altre lo vediamo arrampicarsi e correre disperatamente.
Ma chi è Onoff ?Già il suo nome incute sospetto: è il bene o il male? Rappresenta la luce o l'oscurità? La vittima o il carnefice?
Lo vediamo fuggire da un colpo di pistola nella notte sotto una pioggia fitta e gelata, lo vedono anche un gruppo di poliziotti che lo circondano e lo conducono in commissariato isolato nelle colline aride, situato in un casolare fatiscente semi allagato dalla tempesta incessante. L'arrestato non intende piegarsi alle regole del fermo impostogli ma è privo di documenti e non sembra avere ben chiaro che cosa stava facendo nel parco dove è stato arrestato.
In tal senso cerca di far luce il commissario, che si qualifica in tono derisorio come Leonardo Da Vinci!
Già perché alla domanda sulla propria identità l'uomo dice di essere il famoso scrittore Onoff, ed i
suoi carcerieri sembrano essere scettici su tale affermazioni conoscendo un pò tutti la grandezza dell'artista. Verranno presto smentiti visto che a colpi di citazioni e versi poetici l'uomo conferma la sua identità ma non riesce ancora a ricordare le 4/5 ore trascorse prima dell'arresto, questo non basta però a giustificare la situazione, cosa c'è sotto? C'è stato un omicidio dice il commissario e Onoff dalla finestra vede trasportare una barella ricoperta da un lenzuolo.
Inizia un lungo interrogatorio per ricostruire non solo un oscuro breve lasso di tempo ma l'intera esistenza di un artista maledetto che ha trovato nella scrittura prima e nella solitudine e l'alcool poi gli esorcisti capaci di sconfiggere i suoi demoni.
I tanti simboli disseminati durante l'interrogatorio rendono l'atmosfera surreale: la trappola per il topo che non ci casca mai, la foto del bambino sporca di sangue, le penne che non scrivono e strappano un foglio tristemente bianco sono tutti elementi che trasportano lo spettatore sempre più lontano da una soluzione razionale che verrà svelata poco a poco in un finale ricco di colpi di scena che più che chiarire le cose riesce ad orientare lo spettatore verso altre riflessioni.
Assolutamente da vedere.
Tornatore è un maestro e questo film da la dimostrazione che oltre a saper dirigere bene i suoi attori è padrone della macchina e la muove come pochi al mondo.
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