Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
Testa a testa fra due grandi interpreti, Depardieu (che, forse anche per il ruolo predominante nella storia, pare avere un pochettino la meglio) versus Polanski, con una direzione intrigante che sbircia fra le inquietudini dei luoghi e dei personaggi. Un'atmosfera oscura ed umida (fuori il diluvio, dentro i catini ed i secchi), perennemente tesa e febbricitante, fotografata da Blasco Giurato (già in Nuovo cinema paradiso, nonchè fratello dello sgangherato volto tv Luca); un copione fatto di pochi personaggi, ma definiti con profondità psicologica ed affidati ad ottimi attori (c'è anche Sergio Rubini), scritto dal regista e da Pascal Quignard; musiche adeguatamente cupe orchestrate da Ennio Morricone; una narrazione frammentaria, come è d'altronde la ricostruzione di un'indagine poliziesca, dai toni prettamente kafkiani (inevitabile, da subito, il paragone con Il processo; ma anche, cinematograficamente parlando, con il Detenuto in attesa di giudizio di Nanni Loy con Alberto Sordi): Una pura formalità ha tutte le carte in regola per tenere il fiato sospeso allo spettatore per cento minuti di fila. 6,5/10.
Uno scrittore viene trovato nottetempo in un bosco, in stato confusionale, dalla polizia. Il commissario, che è un suo accanito lettore, non vuole inizialmente credere che l'uomo possa avere a che fare con un omicidio accaduto poche ore prima nei pressi del luogo in cui lo scrittore è stato trovato. Eppure i dettagli oscuri sono tanti...
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