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Una pura formalità

Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film

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La recensione su Una pura formalità

di giurista81
8 stelle

Raro thriller di qualità diretto da un regista italiano negli ultimi trent'anni. Tornatore, che lavora abilmente tra soggettive e montaggio, dimostra di calarsi bene nel genere e lo fa con un piglio a metà strada tra l'autoriale e il popolare. Il prologo, da solo, vale già il film e ricorda sequenze de I Corpi Presentano Tracce di Violenza Carnale di Sergio Martino ma anche un certo stile argentiano. Tutto girato in soggettiva, sotto un autentico nubifragio splendidamente fotografato da Biasco Giurato (fratello del più famoso Luca, il presentatore farfallone della Rai), con la macchina da presa che scimmiotta l'atteggiamento di un fuggitivo che si abbevera in una pozza d'acqua e si piega sulle ginocchia. A differenza dello spaghetti thriller, però, Tornatore scrive un soggetto kafkiano, sospeso tra il giallo e la ghost story che avrebbe poi esaltato registi come M.N. Shyamalan (penso a Il Sesto Senso). Il film è un lunghissimo dialogo tra un ispettore di polizia e uno smemorato che dice di essere lo scrittore preferito del poliziotto. Questo cercherà di far emergere una verità che il fermato non ha ancora metabolizzato e che lo riguarda da vicino. Tornatore riesce in tutto questo sfumature che analizzano la psicologia dello scrittore, un uomo che scrive per non bere e che paga il suo genio con una vera e propria damnatio che gli impedisce di vivere in felicità. Dunque una caratterizzazione che da profondità ai personaggi, facendoli progredire dal ruolo di manichini funzionali a portare avanti la storia.

Le prove recitative di Gérard Depardieu e di Roman Polanski innalzano ulteriormente il valore della pellicola e la portano a essere un autentico gioiello purtroppo non valorizzato a dovere dai critici. Il film ha infatti ottenuto un nastro d'argento (migliore produzione), un David di Donatello (migliore scenografia) e un globo d'oro (migliore fotografia). Davvero poco per la qualità del film che, lo ripeto, sfiora il capolavoro.

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