Regia di Duilio Coletti, Edward Dmytryk vedi scheda film
Nel 1944 i marines americani sbarcano ad Anzio, sul litorale romano, e sorprendentemente non incontrano resistenza da parte dei nazisti. Gli statunitensi, anziché puntare dritto sulla Capitale, temporeggiano e i tedeschi hanno tutto il tempo di preparare la controffensiva. Sarà uno scontro durissimo, ma infine Roma verrà liberata.
Nelle intenzioni di partenza doveva essere un kolossal, la ricostruzione in grande stile della liberazione della Capitale da parte dei soldati americani nel 1944, con il quale il produttore Dino De Laurentiis – qui associato con la statunitense Columbia – intendeva conquistare il mercato al di qua e al di là dell'oceano Atlantico. Nel lavoro ultimato molto si può ancora vedere di tale ambizione, ma certo molto altro è andato perduto durante la stesura del copione e le riprese; Lo sbarco di Anzio è infatti un discreto polpettone bellico zeppo di dialoghi farlocchi e banalizzazioni assortite che lancia qualche blando messaggio pacifista molto generico e, naturalmente, strizza l'occhiolino agli americani salvatori del Belpaese. Le scene di azione si sprecano e anche questo è presumibilmente dovuto alla strenua volontà di esportare la pellicola nella patria dell'action a ogni costo; curiosamente la regia nella versione a stelle e strisce è accreditata a Edward Dmytryk, mentre pare che l'intera responsabilità delle riprese sia da attribuire a Duilio Coletti (“director of the italian version”, compare scritto in piccolo sui titoli di testa). Quale che sia la verità, Lo sbarco di Anzio rimane una visione apprezzabile, senza momenti particolarmente entusiasmanti e dalla durata fors'anche eccessiva (due ore tonde); nel cast si possono trovare interessanti nomi internazionali (Robert Mitchum, Peter Falk, Robert Ryan, Mark Damon) e anche qualche interprete italiano in parti minori (Venantino Venantini, Elsa Albani, ma soprattutto un giovanissimo Giancarlo Giannini). Sceneggiatura: Harry Craig, dal romanzo Anzio di Wynford Vaughan-Thomas con un adattamento di Frank De Felitta, Giuseppe Mangione e del già citato Coletti. 4,5/10.
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