Regia di Jon Jost vedi scheda film
Non è cinema narrativo, ma Jost - regista americano con qualche esperienza nel nostro paese - si ispira caso mai al cinema del primo Cassavetes, con al tempo stesso rigore e libertà stilistica.
Mi sembra che il regista newyorkese abbia voluto proporre una riflessione su arte, amore e morte, sulla falsariga di un personaggio della Recherche proustiana, il quale muore contemplando un celebre dipinto di Vermeer - la Veduta di Delft - di cui nota all'improvviso la bellezza del giallo di un pezzetto di muro. I giochi del caso, che accomunano davanti a uno degli otto dipinti di Vermeer presenti a New York uno squalo della finanza e un'aspirante attrice francese. Il primo si ammansisce e si dimostra perfino generoso, ma cade in rovina e muore abbastanza improvvisamente, mentre la giovane, che vorrebbe tornare in Francia, a casa e dal proprio fidanzato, ascolta alla segreteria telefonica l'estrema dichiarazione d'amore di lui e corre a cercarlo, trovandolo privo di vita al museo dei Vermeer.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta