Regia di Maurizio Ponzi vedi scheda film
Commedia sentimentale su due solitudini che si completano, giocata sulle analogiche suggestioni tra jazz e biliardo (tecnica e cuore, riflessione e sentimento) è una delle più riuscite opere dell'attore e autore pratese. Presentato nella sezione Un Certain Regard del 36º Festival di Cannes. In principio fu...il biliardo.
Francesco Piccioli detto il 'Toscano' per via delle sue origini,impiegato in una pensione romana come portiere, ha il pallino del biliardo (specialità 'Goriziana') e un'indole remissiva. Il suo naturale talento per la stecca e un'incauta passione per il gioco lo portano a sfidare il campione di specialità Marcello Lotti detto 'Lo Scuro' ed a perdere i soldi che non ha e che nel frattempo ha sottratto di nascosto dalle cassette di sicurezza degli ignari clienti dell'albergo in cui lavora. Lo trae d'impiccio la bella e responsabile vicina di casa, una sassofonista di cui nel frattempo si è innamorato, che lo convince a partecipare ad un torneo internazionale di biliardo che mette in palio i soldi che servono a ripianare il debito contratto. Qualificatosi per la finale insieme allo 'Scuro', viene fatalmente sconfitto; ma la sua smaliziata compagna ha escogitato un piano infallibile...
Prima del Colore dei soldi di Martin Scorsese e dopo Lo Spaccone di Robert Rossen viene... Maurizio Ponzi che insieme all'estro surreale e bizzarro di Francesco Nuti, disegna un soggetto che ripercorre con garbo provinciale ed una genuina passione per i '9 birilli' la trama di un triangolo di rivalità e complicità tra le trappole compulsive del tappeto verde e l'ancora di salvataggio di una ambivalente relazione sentimentale. In una Roma a misura d'uomo che sembra piuttosto una sonnolenta e uggiosa città toscana, si muove la divertente caricatura di un riccioluto e romantico Francesco Nuti nei panni di un 'perdente di talento' che parla con la foto del nonno, nutre una irresolutà animosità verso un corpulento tranviere e insegue il sogno ingenuo di un successo agonistico che, prima dell'abilità tecnica, richiede il carattere ed il cinismo che ancora non possiede. Tra la commedia degli equivoci, gustosi quadretti di una comicità pittoresca e demenziale e malinconiche atmosfere blues si traccia, con affettuosa furbizia, un percorso di crescita e maturazione caratteriale, prima che sportiva, in un film che non ostante il rischio di bozzettismo e qualche sconnessione narrativa mostra la sua garbata passione per la cultura di una disciplina affascinante ed elegante poco frequentata dal grande e dal piccolo schermo, arruolando un vero campione di specialità (quel Marcello Lotti detto Lo Scuro con nove titoli italiani all'attivo) e introducendo gli spettatori ai misteri del biliardo tra le vertiginose geometrie dell' 'Ottavina reale' e la cosmogonica sinfonia di biglie in movimento (memorabile la appassionata lezione di biliardo di Francesco Nuti a Giuliana De Sio sulle virtù filosofali dei vari dipi di stecca e sulla partitura onomatopeica di un filotto di tre sponde: "toc,stumb,stumb,stumb,tac,frrrr!"). Commedia sentimentale su due solitudini che si completano, giocata sulle analogiche suggestioni tra jazz e biliardo (tecnica e cuore, riflessione e sentimento) è una delle più riuscite opere dell'attore e autore pratese. Presentato nella sezione Un Certain Regard del 36º Festival di Cannes. In principio fu...il biliardo.
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